L’esigenza delle telecamere negli asili nido nasce dal fatto che la scuola di oggi ripudia i metodi educativi violenti del passato, ma vede un continuo aumento degli episodi di violenza degli educatori nei confronti dei bambini, che subiscono atrocità di ogni tipo senza avere la capacità di opporsi e di denunciare i fatti.
I danni subiti dai bambini all’asilo e a scuola segnano la psiche per sempre, compromettendo l’atteggiamento di fiducia e autostima necessario alla formazione di una personalità equilibrata e armonica e compromettendo anche il rapproto con la scuola e l’approccio allo studio. I bambini così piccoli non hanno ancora sviluppato le competenze adatte a esprimere verbalmente e con chiarezza ciò che accade loro durante le ore scolastiche, e spesso sta al genitore cercare di interpretare i segni rivelatori che possono variare in un ampio range, dai disturbi alimentari all’insorgenza di tic e terrori notturni, fino all’atteggiamento sessualizzato nei peggiori casi di abusi sessuali.
L’attitudine del genitore deve essere sempre quella vigile e responsabile, attenta ai minimi cambiamenti nel comportamento del bambino, ma al tempo stesso non dev’essere aggressiva e reazionaria. Tantissimi genitori infuriati hanno lanciato petizioni per rendere obbligatorio l’uso delle telecamere all’ asilo nido e nelle scuole in generale, trasportati dalla reazione di rabbia e scandalo davanti al problema della violenza sui bambini, ma pochi di loro arrivano realmente a comprendere cosa implichi davvero l’istituzione delle telecamere obbligatorie in termini di pedagogici.
L’adozione di sistemi di monitoraggio può essere un valido metodo di prevenzione e un deterrente, ma la presenza delle telecamere negli asili nido ha un impatto sull’educazione e il comportamento che implica tanti contro quanti sono i pro. Nonostante il Garante della Privacy si sia espresso contro l’adozione delle telecamere obbligatorie, il dibattito resta acceso come non mai, rinnovato a ogni nuovo caso. Ma vediamo in breve quali possono essere i pro e i contro di questo sistema di sicurezza.
I sostenitori affermano che questo sia il metodo più rapido e pratico per prevenire l’insorgenza di situazioni pericolose, e un ottimo metodo per rassicurare i genitori, che potranno vedere live quali attività la classe sta svolgendo e valutare il comportamento dell’insegnante o dell’educatore. Sì, perché alcune delle associazione di genitori che hanno richiesto l’adozione dei sistemi di videosorveglianza hanno richiesto una modalità streaming accessibile ai genitori da casa. Questa richiesta è stata immediatamente scartata. É stato infatti ritenuto inaccettabile che la visione della scuola come luogo educativo professionale venga messa in discussione dagli umori dei genitori, che come ricordiamo, non sempre sono qualificati o preparati a comprendere le logiche e le dinamiche della pedagogia. Troppo genitori infatti tendono a scattare in modo aggressivo e a criticare l’operato degli insegnati e degli educatori minando così l’immagine di figura stabile e rassicurante che i bambini meritano di avere nelle loro vite scolastiche. Mettere in discussione il valore educativo della scuola stessa è una mossa pericolosa, che contribuisce a creare un clima di ansia e tensione nel quale è impossibile per il bambino riuscire a formare un equilibrio personale e realizzare un apprendimento ottimale. L’inserimento delle telecamere negli asili nido infatti, secondo il Garante della Privacy e secondo chi si oppone, rappresenterebbe il fallimento dell’istituzione scolastica dal punto di vista etico ed educativo. In molti fanno notare che le telecamere potrebbero rivelarsi d’aiuto nelle scuole d’infanzia, ossia nei casi in cui i bambini siano troppo piccoli per poter esprimere verbalmente il loro disagio in casi di abuso e aggressione.
Ma se proprio di telecamere si deve parlare, resta un punto fermo: le telecamere devono essere collegate con le forze dell’ordine per poter attuare un intervento tempestivo, ma non con i genitori via internet. Non devono in nessun modo diventare lo strumento ossessivo di genitori apprensivi e ansiosi e impedire in questo modo il naturale distacco e le conquiste di indipendenza e responsabilizzazione che i bambini affrontano nell’età scolare.
L’alternativa alla misura di sicurezza delle telecamere negli asili nido, che si presenta così problematica dal punto di vista etico legale ed educativo, è un intervento mirato alla prevenzione del fenomeno di burn-out a cui spesso si va incontro in questo ambito. Attraverso controlli costanti e periodiche valutazioni attitudinali e perizie psicologiche accurate per valutare l’idoneità al lavoro con i più piccoli, il personale delle scuole di ogni ordine e grado dovrebbe essere monitorato in modo da formare una solida rete di sicurezza attorno ai bambini. Una migliorata attenzione alle motivazioni, alla competenza etica e umana che i candidati devono dimostrare per ottenere un ruolo nell’organico scolastico, deve essere messa al centro, unita a spazi di prevenzione e sostegno per gli educatori, affinché si prevengano i pericoli.