L’aggressività è una caratteristica piuttosto comune nei bambini in età pre-scolare. I piccoli non hanno ancora un corredo comunicativo abbastanza sviluppato e raffinato né una rosa di strumenti adatta a manifestare correttamente le loro emozioni: in molti casi, quindi, si esprimono in modo esagerato, esacerbato e, a volte, aggressivo. La maggior parte degli atteggiamenti aggressivi manifestati da bimbi al di sotto dei 6 anni tende a risolversi con la crescita, l’esperienza e la socializzazione.
Le funzioni dell’aggressività nella crescita cognitiva del bambino
Un bambino piccolo non sa comunicare correttamente né tantomeno ha piena coscienza dei suoi sentimenti. Fondamentalmente, l’aggressività in età di scuola dell’infanzia, è una maniera istintiva di misurare i propri confini. Il piccolo, cercando di imporsi, testa i livelli di sopportazione degli altri, la propria supremazia. In poche parole cerca di capire “fin dove può arrivare”, esattamente come fanno i cuccioli quando giocano alla lotta con i loro fratellini, arrivando anche a farli piangere dal dolore, con morsi e zampate. Da un certo punto di vista, un po’ di aggressività, negli atteggiamenti di un bambino, è indice di intelligenza, intraprendenza e curiosità. Alcuni psicologi infantili, se contenuta, considerano l’aggressività infantile un segnale positivo di buon percorso di crescita, consapevolezza di sè e della propria personalità e di spirito di intraprendenza e leadership.
Differenze tra aggressività sana e aggressività patologica
Quando un bambino mostra un atteggiamento aggressivo, soprattutto diventando prepotente e manesco nei confronti dei suoi compagni di scuola o amici, è necessario osservarlo e cercare di comprendere se questo comportamento può essere giudicato naturale e normale o se ha sfumature preoccupanti e patologiche. Nel primo caso si può parlare di fisiologica affermazione di sè e imposizione che, se contenuta entro certi limiti, è naturale ed anche utile a trovare il proprio posto nella società. Nel secondo caso, invece, un’esacerbazione dell’aggressività può nascondere un profondo disagio o dei problemi di salute non ancora palesati in modo evidente. Quando un bimbo si dimostra eccessivamente, costantemente ed immotivatamente aggressivo, nelle ore scolastiche, sarebbe opportuno far presente la situazione ai genitori, cercando di capire insieme se ci possono essere cause oggettive dietro questa manifestazione. Nella maggior parte dei casi, ad un’analisi attenta, si scopre che il bambino sta vivendo una situazione stressante come un problema di salute che gli inibisce il sonno, rendendolo nervoso, o una dieta restrittiva a causa di un’intolleranza o allergia alimentare, o una malattia che lo costringe a prendere farmaci o ad una convalescenza un po’ più lunga del previsto. In altri casi, un periodo di aggressività anomala, può essere imputata alla nascita di un fratellino o a un cambio radicale in alcune abitudini familiari. Nei casi peggiori, dietro bambini estremamente aggressivi, si possono nascondere situazioni familiari complicate e delicate.
Come gestire un bimbo aggressivo?
Innanzitutto è fondamentale ricordare sempre che i piccoli in età di Scuola dell’Infanzia apprendono, prevalentemente, con l’esempio. Aggredire verbalmente un bimbo che si sta comportando in modo aggressivo, spaventandolo e costringendolo alla resa, gli passerà il messaggio che, effettivamente, alzando la voce si ottiene il risultato di sottomissione dell’altro. Anche se, spesso, è molto difficile, bisognerebbe cercare sempre di rivolgersi al bambino con tono pacato, dolce e comprensivo. Dimostrargli, insomma, che con le buone maniere si ottiene tutto, vecchio adagio tutt’oggi utile ed attuale. Un bimbo arrabbiato, spesso, non saprà spiegare correttamente il motivo della sua reazione: per questo è importante rivolgersi a lui con tranquillità, ascoltare le sue motivazioni, dare la giusta importanza al suo sentimento. A volte un bimbo aggressivo è spaventato in prima persona dal tumulto di emozioni che lo portano a reagire in quel modo: sentirsi compreso e non giudicato o, peggio, punito o sottomesso, lo aiuteranno a districare la matassa di sensazioni al quale non sa dare un nome ed una motivazione e ad imparare ad affrontarle con più sicurezza e consapevolezza.
L’importanza delle parole col bambino aggressivo
Quando si deve intervenire in un brutto litigio tra due bimbi non è mai semplice né piacevole. I piccoli riescono ad avere reazioni davvero forti e perdere la pazienza o farsi trascinare dagli eventi è abbastanza facile. Un buon metodo può essere quello di calmare il piccolo, parlandogli con voce tranquilla e con dolcezza, naturalmente intervenendo fisicamente per dividerlo dalla sua vittima nel modo più calmo e naturale possibile. Quando si sarà calmato, sarà bene spiegargli con parole semplici la negatività di quel tipo di comportamento. Metterla sul piano “chi urla e picchia non è forte ma è più debole, perché solo i bimbi piccoli piccoli fanno così, mentre i bimbi grandi e forti fanno in un altro modo” può essere un approccio molto funzionale all’apprendimento di un piccolo che ha meno di 6 anni. Anche raccontare favole o far vedere cartoni animati basati sugli eroi che agiscono senza violenza può essere un buon modo di far passare concetti positivi comprensibili a questa età.