Come avviene la socializzazione tra i bambini all’asilo

La socializzazione tra individui è un arcaico percorso di crescita progressivo che inizia sin dalle prime ore di vita del bambino e prosegue inarrestabile per tutta la vita.
Un cammino nel quale istinto e senso sociale si miscelano come risposta agli antichi sentimenti derivati dalle paure ancestrali, compensati dalla ricerca di rapporti consolidabili tra individui al fine di poter affrontare meglio la vita, e le problematiche che essa comporta, all’interno di un gruppo.
Ciò è ancora più vero nelle considerazioni che l’essere umano durante periodi di relativa o importante stabilità sociale, floridità economica, tende ad isolarsi mentre, al contrario, durante carestie, guerre, situazioni di timore e paura, riscopre il senso della comunità.
In questo non c’è molta purezza d’intenti, lo possiamo ogni giorno constatare osservando la nostra società declinare all’ombra di un’apparente opulenza, quindi isolandosi tra individui.

Considerando queste prerogative, la scuola, sin dall’asilo nido e nella scuola d’infanzia, ha la possibilità di sviluppare processi formativi di socializzazione, facendo sì che nel bambino cresca un sentimento rivolto non alla solidarietà interessata, ma ad una socializzazione pura, non egoistica, in modo di crescere nuove generazioni in grado di mantenere anche nelle fasi adulte il senso di comunità e di dialogo, non automi isolati all’interno di situazioni virtuali o vittime e schiave di un progresso che tende a frazionare più che a unire i singoli.
Sicuramente la sfida è importante: una sfida che si scontra con il plagio commerciale della tecnologia appagante, droga del nuovo sistema del terzo millennio. Eppure voi insegnanti, assieme ai genitori più sensibili e consapevoli, avete la grande opportunità di contrastare il declino del millennio proprio nella semplicità didattica del mantenere i rapporti tra individui all’interno dei processi naturali ed istintivi di socializzazione.

Ricordate sempre che un bimbo nasce puro, è come un quaderno vuoto: sarà ciò che voi scrivete, che tutta la società scrive in lui a determinarne i contenuti.
Scrivete per lui, ed insieme a lui, le pagine più importanti della sua vita, soprattutto in queste verde età.

Tornando alla socializzazione nella sua genesi, all’ingresso dell’asilo nido, nella fascia d’età solitamente inferiore all’anno o poco più, questo processo è nelle sue più acerbe esperienze, ancora tanto legato all’istinto.
La socializzazione in queste fasi, solitamente è legata a quel piccolo universo che vede ancora la mamma al centro del suo mondo, un processo cresciuto gradualmente e dettato prima dall’istinto, dalla chimica olfattiva, dall’odore, dalle sensazioni tattili, poi dalle piccole manifestazioni di causa/effetto come il sorriso, l’afferrare oggetti a lui rivolti.
Lentamente ciò si espande a tutti i membri della famiglia, a voi insegnanti, che saprete conquistare giorno dopo giorno un rapporto di fiducia con la dolcezza, infondendo nel piccolo la sicurezza di poter essere anche voi un appoggio morale e didattico nella sua crescita.
Solamente nella piena consapevolezza della sicurezza all’interno del nuovo ambiente di vita, l’asilo nido, il bambino inizierà a sviluppare una socializzazione, graduale e molto faticosa, con gli altri bambini, senza forzature.

Non esistono età nel determinare le successive tappe: ogni bambino è una realtà a se stante, ogni bambino ha un vissuto, una situazione di vita familiare e sociale diversa: piuttosto il compito che avrete come educatrici, è quello di cercare di capire se all’interno della famiglia potrebbero manifestarsi situazioni che ostacolino la socializzazione, cartina di tornasole nel determinare un processo di crescita individuale sereno.
Socializzare è avere fiducia, capire il mondo attraverso gli occhi delle altre persone, degli altri bambini, far sì che chiunque, all’interno del suo ambiente, possa ‘invadere’ lo spazio del bambino senza generare timore ed ansie, piuttosto, al contrario, mostrare serenità e gioia nel manifestare piacere nel concedere l’invasione dei suoi spazi perché, grazie a ciò, può allargare le proprie esperienze, condividere giochi e tempi di vita.
Non date nulla per scontato: in questo lento processo, vincere le diffidenze dettate dall’istinto è anche e soprattutto essere consapevoli che ‘l’altro’ è parte di un gruppo nel quale poter vivere con fiducia, e la fiducia è una grande conquista e opportunità di crescita.
In questa fase il bambino non solo lascia che le proprie barriere istintive si screpolino, fino al totale abbattimento, ma impara anche ad accettare regole, rispettare regole, quelle non scritte che generano un’armonia piuttosto che il naturale caos iniziale delle fasce d’età più giovani nelle quali ognuno vive nel suo mondo, gioca nel suo spazio, si sente invaso, crede che ogni cosa appartenga lui.

Il vostro compito sarà quello di portarlo all’accettazione delle regole, del rispetto, non delle gerarchie sociali tra individui (solamente voi siete sul vertice di una piramide nella quale il vostro potere sarà quello di infondere sicurezza e protezione senza troppa rigidità), piuttosto di regolare i rapporti tra i piccoli ospiti della vostra aula apprendendo che il rispetto delle regole, la parallela socializzazione, è un’opportunità di gioia e crescita e non una rinuncia.

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