L’agnosia è una patologia a carico delle strutture cerebrali che compromette il riconoscimento sensoriale degli stimoli. Può colpire indistintamente sia adulti sia bambini, a seguito di eventi traumatici che hanno comportato un’alterazione del cervello. Il comportamento dei soggetti affetti da questo disturbo può apparire bizzarro e ostacolare l’inserimento sociale e relazionale, in particolar modo nei bambini. Per questo motivo, è fondamentale che gli educatori riescano a identificare il problema e a sostenere i loro piccoli alunni nel loro speciale percorso di crescita. In questo articolo spiegheremo cos’è l’agnosia e daremo dei consigli per individuarla nei bambini della scuola dell’infanzia.
Cos’è l’agnosia
L’agnosia è un disturbo neuropsicologico che impedisce la corretta percezione degli stimoli sensoriali e si manifesta in assenza di disturbi di memoria e alterazioni dei sistemi sensoriali primari. Ha come conseguenza principale il mancato riconoscimento di oggetti, volti, colori, forme e odori. Esistono diverse forme di agnosia, ognuna in relazione con uno dei cinque sensi. Tra le cause principali di questo disturbo, ci sono le lesioni cerebrali che coinvolgono le aree posteriori del cervello, adibite all’elaborazione delle informazioni sensoriali. Secondo alcune teorie sull’agnosia, il riconoscimento degli stimoli avviene attraverso due processi consequenziali: il primo è il livello percettivo, dal quale dipende l’elaborazione delle informazioni provenienti dai sensi, il secondo invece, è il livello associativo che si occupa di confrontare i dati acquisiti con le conoscenze già presenti in memoria. Un problema in uno di questi livelli può generare un’agnosia appercettiva o un’agnosia associativa.
L’agnosia appercettiva è caratterizzata dall’incapacità del soggetto di combinare i dati sensoriali di uno stimolo e integrarli in una forma percettiva complessa. Ciò determina l’impossibilità di confrontare questi dati con le informazioni già presenti in memoria. Può quindi accadere, ad esempio, che il soggetto non sia in grado di copiare un disegno o riconoscere un oggetto, in mezzo ad altri simili tra loro. L’agnosia appercettiva presenta tre forme differenti:
– Agnosia per la forma: l’individuo riesce a comprendere i singoli aspetti che caratterizzano un oggetto ma non riesce a cogliere la sua forma, nel complesso. I bambini affetti da questo disturbo, ad esempio, non riescono ad accoppiare gli oggetti e le figure geometriche uguali e non sanno ricopiare le forme;
– Agnosia per l’integrazione: il soggetto non riesce a integrare tutte le caratteristiche di uno stimolo, in una struttura unitaria. Per questo motivo, può avere difficoltà a riconoscere oggetti ricchi di dettagli;
– Agnosia trasformazionale: in questo tipo di disturbo, il soggetto non riesce a riconoscere un oggetto quando si trova in una posizione diversa dal solito. Ad esempio, non riconosce uno stimolo se appare capovolto o ruotato.
Per quanto riguarda l’agnosia associativa, si manifesta quando l’individuo, nonostante riesca ad effettuare un’analisi percettiva corretta, non riesce a confrontare lo stimolo sensoriale con le conoscenze depositate in memoria. Di conseguenza, non riconosce gli stimoli e non riesce a categorizzarli. Può capitare, ad esempio, che un bambino riconosca un cucchiaio ma non riesca a ricordare a cosa serve o a denominarlo perché non può accedere alle informazioni inerenti all’oggetto, presenti nella sua memoria. Altre forme di agnosia sono:
– Agnosia visiva: è la variante più invalidante del disturbo e comporta un’incapacità di riconoscere gli oggetti, nonostante la capacità visiva sia intatta. Un bambino con agnosia visiva può copiare un oggetto ma, in seguito, può non riuscire più a riconoscerlo, nonostante l’abbia disegnato personalmente; alcune tipologie di agnosia visiva sono: la prosopoagnosia, impedisce di riconoscere i visi delle persone, agnosia topografica, impossibilità di riconoscere i luoghi, e agnosia per i colori, incapacità di differenziazione cromatica;
– Agnosia Tattile: in questo caso, l’individuo non riesce a riconoscere un oggetto solo quando è presentato nella modalità tattile, ma può farlo utilizzando altri sensi, come la vista;
– Agnosia Uditiva: il soggetto non distingue i suoni e le voci, anche se appartenenti a familiari o animali domestici. Inoltre non è capace di riprodurre una melodia.
Come riconoscere l’agnosia nei bambini dell’asilo
La diagnosi di agnosia può essere effettuata presso studi specialistici in disturbi neuropsicologici. Tra gli strumenti più utilizzati, ci sono test e attività finalizzate a comprendere la natura delle difficoltà dei bambini e ad escludere la presenza di altre patologie. Come tutti i disturbi che coinvolgono i soggetti nell’età dello sviluppo, una diagnosi precoce può migliorare il decorso della malattia e favorire l’integrazione sociale ed emotiva. Stando molte ore al giorno a contatto con i bambini, gli educatori possono osservare i loro comportamenti e valutare la qualità del loro percorso di crescita. Per questo motivo, queste figure hanno un ruolo fondamentale nell’identificazione delle malattie infantili e possono indirizzare i genitori presso figure specializzate che possono aiutarli a trattare adeguatamente il problema. Ecco una lista di comportamenti infantili che potrebbero rilevare un problema di agnosia infantile e che dovrebbero richiedere l’attenzione da parte degli educatori:
– Incapacità del bambino di riconoscere gli oggetti e descriverli, anche se sono di uso comune;
– Difficoltà a riconoscere e distinguere i colori, oppure a classificare le tonalità;
– Il bambino non riesce a immaginare un oggetto e descriverlo nei suoi aspetti peculiari, come forma e dimensione;
– Il bimbo sembra non riconoscere facilmente i volti delle persone a lui familiari e, in casi molto gravi, anche il proprio riflesso allo specchio;
– Difficoltà a distinguere oggetti presentati simultaneamente e tendenza a focalizzarsi solo su uno o pochi stimoli;
– Lo sguardo durante la lettura può apparire disattento e confuso, poiché il bambino potrebbe non riuscire a scorrere correttamente le parole;
– Marcata difficoltà nel distinguere suoni, rumori, voci e nel canticchiare canzoni;
– Incapacità di cogliere alcuni aspetti di una conversazione, come il tono di voce, il timbro e le connotazioni emotive legate alle parole, nonostante il bambino comprenda perfettamente il senso grammaticale e logico del discorso;
– Incapacità di riconoscere la natura di un oggetto, se è presentato per via tattile. Tale difficoltà scompare, usando gli altri sensi;
– Sono presenti difficoltà di identificazione degli oggetti, quando sono presentati in una posizione differente dal normale, ad esempio, se sono messi sotto sopra o in una prospettiva inusuale;
– Difficoltà ad orientarsi negli spazi, anche quelli molto familiari.
Tutti questi comportamenti sono facilmente osservabili durante le ore trascorse dal bambini in asilo nido e scuola dell’infanzia. Possono essere maggiormente visibili in situazioni di gioco libero, nelle relazioni con i pari e durante l’esecuzione di compiti specifici. Se si sospetta che il proprio alunno abbia difficoltà di tipo agnosico, è consigliabile avvertire il prima possibile la famiglia e indirizzarli verso un approfondimento specialistico.