L’Apprendimento, come aiutare i bambini a costruire i loro “nodi” durante la Scuola dell’Infanzia

Le raccomandazioni del Parlamento europeo e del Consiglio, datate 18 dicembre 2006, definiscono le competenze chiave che devono essere assunte dal sistema scolastiche e sviluppate dagli alunni. Per la loro verifica ci sono dei traguardi, alla fine di ogni fase del ciclo di studi, a partire dalla scuola dell’infanzia. Si tratta di obiettivi formativi individuati con criteri derivanti da studi approfonditi. L’Apprendimento, come aiutare i bambini a costruire i loro “nodi” durante la scuola dell’Infanzia. Questo è l’aspetto a cui gli educatori devono saper dare dei contenuti. I nodi concettuali rappresentano infatti un filo conduttore tra concetti correlati tra loro con una forte valenza per la disciplina a cui si riferiscono. I piani formativi e i programmi della scuola dell’infanzia devono contenere i percorsi necessari, con azioni mirate, per ottenere i risultati attesi e previsti dalle normative europee e nazionali.

Il curriculo delle competenze
La sfida della scuola dell’infanzia, proposta negli ultimi tre anni, riguarda la costruzione di un curriculo completo, con la definizione degli obiettivi, degli strumenti e dei metodi adottati per il loro raggiungimento e le modalità di valutazione. Nello specifico ci sono più modelli da prendere in considerazione:
orizzontale: la famiglia del bambino va coinvolta, consentendole di apportare al percorso delle risorse e diventando un contenitore all’interno del quale il piccolo possa vivere delle esperienze formative. I genitori sono corresponsabili dell’educazione e ha un ruolo di mediatore dei saperi;
verticale: si deve pensare alla strada che il bambino deve percorrere dai 3 ai 5 anni, preparandosi ad affrontare la parte successiva del ciclo di studi. Devono essere decisi i traguardi da raggiungere, seguendo le indicazioni di legge, non soltanto come risultati attesi, ma come processi di supporto agli educatori da interpretare e stimolare, così da dare una direzione specifica all’azione volta a sviluppare l’apprendimento nei bambini. Si deve procedere in modo calibrato sulle esigenze e sulle caratteristiche dei piccoli alunni;
strutturante-trasversale: la finalità della scuola dell’infanzia è quella di dare un sostegno ai bambini, quindi bisogna raggiungere la comprensione del “saper fare” e del “saper dire”. La struttura educativa deve occuparsi di creare le condizioni per l’apprendimento, concettualizzando le differenti conoscenze.

La strutturazione del curriculo
Una volta conosciuti gli approcci bisogna operare una scelta e cominciare la redazione del piano. La centralità va data a due elementi:
– bisogna imparare ad imparare, ovvero è necessario organizzare le modalità di apprendimento e prevedere misure che consentano ai bimbi di essere consapevoli di quanto imparano;
– i nodi concettuali delle differenti materie e dell’educazione cognitiva sono i perni su cui ci si deve basare.
Ciò deve avvenire perché se si comprende il contenuto, si ha la padronanza dei concetti e inoltre, in tema di inclusione, bisogna eliminare o almeno ridurre ogni differenza tra i piccoli studenti.
La decisione richiede di pensare in modo diverso alle strategie di insegnamento, per favorire i processi cognitivi e metacognitivi, dando all’insegnante un ruolo diverso nella sua mediazione. La creazione dei nodi concettuali avviene attraverso tre fattori:
– la natura dell’approccio usato, anche in diverse versioni e combinazioni;
– l’individuazione delle sfide;
– la pratica da seguire .
Il bambino ha abilità da sviluppare e caratteristiche da considerare nella formazione dei programmi:
– gli interessi personali;
– le attitudini;
– le intelligenze prevalenti;
– gli stili.

Metodologie e strumenti
All’interno della scuola dell’infanzia l’attività ludica con obiettivi legati all’apprendimento è la parte predominante, vista l’età dei bambini. Vanno quindi messi in pratica differenti tipologie di gioco per raggiungere gli obiettivi prefissati e costituire validi supporti per i bambini affinché abbiano i loro nodi concettuali, possano quindi acquisirli e cominciare a capire come gestire le nuove conoscenze.

Gioco strutturato
Nella prima fase si fa un’osservazione attenta e approfondita del bambino per comprendere esigenze, difficoltà, capacità di autocontrollarsi, motivazione, punti di forza. Una volta che si ha un quadro completo si creano momenti di mediazione e si riflette in modo cognitivo, così da trasformare il gioco in occasione di apprendimento. Infine, con dinamicità, si procede al valutare l’esperienza e il potenziale riferito all’apprendimento.
Osservare a gioco libero permette di controllare quali siano le intelligenze messe in atto dal bambino, così da rendersi conto di quali siano gli aspetti su cui puntare per aiutarlo a imparare. Valutare in modo dinamico significa raccogliere dati inerenti il potenziale del bambino in merito alla capacità di apprendere, l’attenzione ai processi nei piccoli con difficoltà. Si effettuano inoltre delle prove strutturate. É consigliabile per l’insegnante informarsi sulle esperienze vissute e sugli ambienti frequentati all’esterno della scuola, per riuscire più facilmente a inquadrare l’alunno. Si crea così un legame, anche in virtù della necessità di coinvolgere la famiglia nell’educazione, integrando il contesto scolastico con quello domestico e più in generale con quello esterno alla casa e alla scuola d’infanzia.

Le competenze necessarie da inserire nel curriculo
A disposizione degli educatori ci sono tabelle a cui ispirarsi per compilare il curriculo e specialmente per procedere con le varie fasi dall’insegnamento alla verifica.
Gli obiettivi da raggiungere riguardano differenti competenze:
orale: si devono analizzare le dimensioni delle relazioni della comunicazione, dalla capacità di organizzare le idee e di controllare i propri impulsi e le emozioni;
– dell’intelletto: si controllano la mobilità dei saperi, l’organizzazione nel cercare i materiali, la capacità di pianificare, di assumere ruoli nelle diverse attività, l’abilità di intrattenere le relazioni con gli altri e il sapersi valutare. Il bambino deve riuscire a capire se ciò che fa e ha fatto sia giusto o sbagliato e comprendere gli errori commessi, così da migliorarsi. Questa competenza si acquisisce con la pratica e ci vogliono discussioni e riflessioni apposite, in modo che lo si aiuti ad analizzare il gioco e la modalità con cui l’ha affrontato;
– l’apprendimento: gli aspetti più importanti riguardano la disponibilità del bambino a imparare, la consapevolezza dei traguardi da raggiungere, il saper recuperare le conoscenze acquisite in precedenza per la loro corretta applicazione nelle situazioni che lo richiedono.

La valutazione
Ci sono tre livelli da adoperare come parametri per individuare successi e insuccessi dei piccoli e formulare un giudizio sui progressi, sull’apprendimento e sulle abilità. Per quanto riguarda la lingua parlata, invece ci sono gradi diversi: livello avanzato, essenziale, intermedio e avanzato. Questo modello segue la classificazione delle competenze europee, richiedendo di compilare un profilo sulla padronanza della lingua, che servirà a fornire un supporto agli insegnanti del successivo grado del ciclo di studi.

La pratica
L’apprendimento, come aiutare i bambini a costruire i loro “nodi” durante la Scuola dell’Infanzia? Con qualche strumento in più sulla formazione del curriculo è chiaro che l’adozione dei giochi deve tenere conto sicuramente dei contenuti, quindi della combinazione tra gli esercizi e le competenze da acquisire. I nodi concettuali devono essere pensati alla preparazione del programma e successivamente vanno calibrati sulle esigenze reali dei bambini. Si devono inizialmente far giocare per poterli conoscere meglio e vedere le loro reazioni, quindi si punta a far svolgere loro esercizi ludici improntati sulle singole competenze. Per essere efficaci, bisogna strutturare il percorso per fasi, così che anche il bambino possa comprendere passo a passo gli elementi più importanti. Durante la frequenza della scuola dell’infanzia il bambino deve essere guidato e deve sentirsi a proprio agio, in un ambiente favorevole al suo apprendimento. Oltre alla selezione dei giochi, è necessario prestare attenzione alle modalità. A seconda della reazione del gruppo classe e dei singoli si possono fare adattamenti. Non devono raggiungere tutti lo stesso obiettivo, ma tutti devono avere l’opportunità di apprendere.

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