Stimolare il linguaggio: lo sviluppo del linguaggio nei bambini
Una necessaria premessa nell’affrontare il tema di come stimolare il linguaggio nei bambini riguarda il fatto che non esiste nessuna regola riguardo all’età in cui un bambino incomincia a parlare.
Durante le prime settimane di vita, il neonato non mostra alcuna abilità ad emettere suoni che non siano i vagiti, dimostrazione di un suo non ben definito disagio, che soltanto la mamma sarà in grado di interpretare.
Dopo questa fase iniziale, il piccolo incomincia a dimostrare più chiaramente i suoi stati d’animo attraverso delle espressioni sonore monosillabiche; durante tale periodo diventa più agevole interagire con lui dato che la sua mimica facciale spesso si adegua ai suoni emessi.
Crescendo, il bambino attraversa il periodo della “lallazione”, quando proferisce le prime, indistinguibili, sillabe ripetute con grande frequenza.
Soltanto dopo tali fasi, il piccolo incomincia ad utilizzare un vero e proprio linguaggio, frutto dell’apprendimento di quanto ascoltato nell’ambiente in cui vive, e delle stimolazioni ricevute dalle persone che lo circondano.
Secondo molte ricerche psico-evolutive, il bambino che interagisce molto con l’ambiente esterno e la cui attenzione viene mantenuta vigile attraverso stimolazioni appropriate, inizierà a parlare più precocemente.
Bisogna tenere presente, comunque, che ogni bambino ha i suoi tempi ed i suoi modi per approcciarsi al linguaggio, e che esso rappresenta sempre un’immensa conquista per lui: il fatto di venire capito ed esaudito nelle sue richieste riveste un’importanza fondamentale per il suo equilibrio intellettivo ed emotivo. La possibilità di parlare e di comunicare sta infatti alla base di qualsiasi rapporto con gli altri.
Un bambino che sia in grado di farsi capire tenderà ad utilizzare in misura minore l’approccio corporeo, come le spinte, i morsi, le manifestazioni fisiche di rabbia e di frustrazione, e sarà molto più equilibrato.
Come stimolare il linguaggio dei bambini
Esistono alcuni presupposti da tenere in considerazione per aiutare il bambino dell’asilo nido a parlare, stimolandone le capacità innate che possiede.
– È indispensabile parlare spesso al bambino, anche quando la sua attenzione sembra non esserci. Infatti i piccoli ascoltatori assorbono ogni stimolazione verbale, indipendentemente dal loro apparente coinvolgimento. A conferma di questo, alcuni genitori hanno riferito che i figli ricordavano frasi e pensieri da loro pronunciati molto tempo prima.
– Bisogna anche descrivere e spiegare ogni fatto che viene compiuto, in modo tale da coinvolgere il bambino per farlo diventare parte attiva delle azioni avvenute, come cambiare il pannolino, prendere il passeggino, uscire per andare al parco, eccetera.
– Si devono attribuire sempre i nomi esatti agli oggetti utilizzati; sarebbe preferibile limitare al massimo l’uso di storpiature verbali, come vezzeggiativi, diminutivi ed accrescitivi adoperati a sproposito. Un linguaggio preciso ed esatto aiuta moltissimo il bambino a parlare correttamente.
– Anche la gestualità riveste un ruolo estremamente importante: indicare un oggetto e poi nominarlo stimola la curiosità e l’apprendimento del bambino che in seguito effettuerà delle associazioni logiche tra il nome ed il gesto collegato.
– Sempre in ambito gestuale, è molto efficace imitare le espressioni del piccolo: sorridere se lui sorride, fare una smorfia se lui per primo la fa; in tal modo svilupperà la sua capacità mnemonica ed associativa.
– Di grande aiuto è poi la lettura: i libri sono uno strumento indispensabile per aiutare il bambino ad imparare vocaboli nuovi e ad associarli ad oggetti o persone. Inizialmente si potranno utilizzare libri solo illustrati, per poi passare ad altri con scritte più o meno complesse.
– Anche le filastrocche, le poesie e le canzoni sono un ausilio efficacissimo per stimolare le abilità verbali nel bambino; infatti il loro ritmo imprime un ritmo analogo anche alle frasi da pronunciare
– È importante ripetere ciò che dice il bambino, per dimostrargli di avere compreso anche parole e frasi da lui storpiate; il fatto di sentirsi capito aumenta la sua sicurezza, stimolandolo a parlare sempre di più e meglio.
– Non è consigliabile correggere con pedanteria e freddezza il bambino quando commette errori di pronuncia, sottolineando le sue inesattezze. In questo modo lo si mortifica rendendolo insicuro e facendogli perdere fiducia negli altri, che lui sente come giudici implacabili; sarebbe preferibile sorridere dei suoi errori e correggerlo con pazienza e con amore.
– Quando si parla con un bambino è fondamentale prendersi i tempi giusti per poter intercalare delle pause durante cui il piccolo possa intervenire.
I soliloqui degli adulti hanno come conseguenza quella di irritare il bambino che non si sentirà preso in considerazione, ma anzi messo da parte.
– Grande è l’importanza dell’uso di sinonimi: in tal modo viene stimolato l’apprendimento associativo che permette al bambino di memorizzare un concetto esprimibile con differenti parole, e di arricchire sempre più e stimolare il linguaggio.