Come aiutare i bambini più introversi ad integrarsi quando arrivano all’asilo

I primi giorni d’asilo possono essere un evento traumatico per i bambini, specialmente per quelli più piccoli ed introversi. L’asilo rappresenta il momento del distacco genitoriale, è la prima esperienza di vita indipendente lontana dalla famiglia, lontani dall ‘asilo nido, dalla mamma e dal papà.

Ovviamente non tutti i bambini vivono questo momento come un trauma, ma ci sono i caratteri più introversi che, invece, hanno bisogno del supporto di un educatore per inserirsi e integrarsi nell’ambiente quando arrivano all’asilo.
In questo, il tuo ruolo è determinante, soprattutto con i caratteri più chiusi: non è certamente facile interagire con bambini introversi alla loro prima esperienza di allontanamento dalla famiglia, ma dovrai cercare di trovare la giusta strada per fare in modo che si integrino perfettamente nel tessuto sociale già definito, o in via di definizione, del tuo asilo. Ovviamente, in questo dovrai farti supportare anche dai genitori, la loro figura è determinante in tal senso, perché la loro influenza è comunque fortissima nel bambino che, però, nel momento in cui arriva all’asilo deve vedere in te la sua guida.
Ecco qualche consiglio per aiutare i bambini più introversi a integrarsi quando arrivano all’asilo.

1. Non avere fretta
La fretta è sempre una cattiva consigliera, tanto più in situazioni come queste. La parola d’ordine per te dev’essere gradualità: nei primi tre anni di vita, i bambini hanno i loro tempi che non devono in alcun modo essere forzati. Cerca un contatto graduale con lui, non imporre la tua presenza né, tanto meno, quella di altri bambini. Un soggetto introverso non ama le forzature e se desideri trovare la giusta chiave per arrivare a lui, fai in modo che sia lui a fornirtela. Abbi un approccio graduale e in questo fatti aiutare dalla mamma: i primi giorni di asilo devono essere svolti in sua presenza, il bambino che si inserisce in uno spazio nuovo, con nuovi elementi, deve comunque avere un elemento di continuità con l’ambiente in cui è stato abituato fino a quel momento. Ovviamente, gradualmente, la presenza della madre (o del padre) dovrà essere ridotta fino a non essere più sufficiente ma non bisogna aspettare che il bambino si integri, ma semplicemente che si ambienti. Sono due passaggi diversi, due momenti diversi, che si susseguono ma che non sempre (quasi mai) sono contestuali. Prima dell’inserimento, il bambino ha bisogno di trovarsi a proprio agio, solo così può trovare gli stimoli per cercare contatti e relazioni.

2. Rispettare le routine
Per i bambini in età infantile la routine è fondamentale, è una sorta di sicurezza a cui loro si aggrappano per avere la serenità. In età infantile, infatti, i bambini sono molto metodici e non amano gli sconvolgimenti: sono abituati a fare le stesse cose agli stessi orari, il loro orologio biologico è particolarmente sensibile e una minima variazione potrebbe destabilizzarli.
Per questo motivo è importante che anche tu, come educatore, dia loro una certa continuità: ovviamente, nel primo periodo sarebbe importante modificare gradualmente gli orari già acquisiti, in modo tale da allinearli a quelli degli altri ma, successivamente, è necessario mantenere una certa metodicità. Quel che conta è che le attività che svolgeva a casa le deve ritrovare all’asilo, almeno nei primi periodi. I bambini introversi che vengono di punto in bianco sradicati dalla loro routine tendono a chiudersi ancora di più a riccio, e in quel caso riuscire a trovare la strada giusta per integrarsi potrebbe essere più complicato.

3. Sfruttare l’ora della nanna
Per un bambino, quello del pisolino è un momento sacro e all’asilo può essere sfruttato come un’occasione per la socializzazione e l’integrazione con gli altri compagni. Infatti, al nido, qualche ora dev’essere necessariamente dedicata al riposo e in questo momento i bambini sono per lo più da soli, anche se sotto la supervisione tua o di un tuo collega. Condividere il sonno è un ottimo strumento, dà modo al bambino di sentirsi come a casa, in compagnia di suoi coetanei. Anche in questo caso, se il bambino inizialmente mostra segni di insofferenza, non obbligatelo a stare con gli altri, prevedete sempre una stanza più appartata in cui i bambini più introversi possano trovare un angolo di tranquillità lontano dagli altri. Ovviamente, non dev’essere una regola, ma una specie di transizione per poi condurli verso quella che è normalità.

4. Parlare con i genitori
I genitori sono le persone che conoscono meglio i loro figli: non c’è nessuno al mondo che possa darti più informazioni e consigli di una mamma o di un papà. Ovviamente, almeno nel primo periodo, devi prevedere colloqui frequenti con i genitori, per capire quali possono essere le difficoltà e quali, invece, le strategie. Le sinergie con i genitori sono alla base del primo periodo di integrazione del bambino, perché solo conoscendo le difficoltà dei piccoli puoi trovare la strada da percorrere per sbloccare il loro carattere e fare in modo che si integrino perfettamente all’interno della nuova comunità. Non devi temere di parlare con i genitori, di chiedere informazioni e consigli: in questo modo dimostri ai genitori che ci tieni alla perfetta integrazione dei figli e che vuoi fare tutto il possibile affinché si inseriscano in un ambiente che, per quanto possibile, è realizzato su misura.

5. Esorcizzare la paura dell’abbandono
Qual è la paura principale di un bambino che viene portato per la prima volta all’asilo? La paura dell’abbandono. Questo è un trauma comune a tantissimi piccolini, che nei soggetti più introversi viene amplificato per via della loro innata difficoltà a creare nell’immediato nuovi rapporti all’interno dell’asilo. Questo è un aspetto molto particolare e delicato che dev’essere affrontato con la massima premura da parte tua: è importante che il bambino capisca che nel momento in cui la mamma e il papà lo portano all’asilo non lo stanno abbandonando, ma lo stanno affidando a persone di cui lui per primo si può fidare. Come si esorcizza la paura dell’abbandono? E’ molto semplice a quest’età, i bambini hanno bisogno di rassicurazioni, devono avere la certezza che al termine della giornata i loro genitori, la mamma o il papà, si presenteranno alla porta per riportarli a casa. Quindi, nel momento in cui arrivano o nel momento in cui il genitore li lascia e va via, fai in modo che ottengano sia da parte tua che da parte dei genitori una promessa: ovviamente, questa dev’essere poi mantenuta, altrimenti si induce un effetto psicologico avverso che non darà altro risultato che ottenere l’effetto opposto.

6. Utilizzare i loro giocattoli preferiti
Un buon sistema per aiutare i bambini a integrarsi quando arrivano all’asilo consiste nel consigliare ai genitori di portare da casa il loro giocattolo preferito. Può essere anche un peluche, può essere un qualsiasi elemento che a loro infonde sicurezza e che gli dà la percezione di essere in un ambiente familiare. Ovviamente, per l’integrazione nell’ambiente, è importante l’interazione con gli altri bambini, pertanto nel momento in cui il bambino è tranquillo con il suo giocattolo, bisogna fare in modo che attraverso questo crei interazioni con gli altri bambini presenti. Anche la condivisione è un elemento fondamentale per migliorare il livello di integrazione, perché se il bambino scopre che all’interno della sua classe sono presenti altri bambini che condividono una sua stessa passione, per lui è più facile trovare i canali per interagire con gli altri e, quindi, per integrarsi al meglio all’interno della comunità.

7. Asseconda i suoi desideri
Non significa che devi accontentare ogni capriccio: significa che nel momento in cui vedi che il bambino mostra qualche difficoltà nell’integrzione, puoi fare qualche strappo alla regola e fargli capire che non è un ambiente avverso ma che, anzi, può sentirsi protetto e sicuro. In questo senso, qualche caramella ogni tanto non ha mai fatto male a nessuno, anzi!

In definitiva, l’integrazione nell’asilo è sicuramente uno dei momenti più delicati e lo è ancora di più per quei bambini che mostrano una sensibilità maggiore. Un ottimo rapporto e dialogo con i genitori, la calma, la vostra esperienza e la pazienza, il rispetto degli spazi e degli orari del bambino sono armi che potranno aiutarvi in questo momento.

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