Il gioco simbolico nei bambini della scuola dell’infanzia

Il gioco è la principale attività dei bambini ed è un loro imprescindibile diritto. L’attività ludica, in generale, per il bambino non è solo divertimento ma una vera e propria forma comunicativa oltre che uno strumento che permette loro di imparare, esplorare ed esprimere qualità e sentimenti. Il gioco simbolico, nello specifico, è un concetto naturalmente insito nel bimbo e fa la sua comparsa già entro l’anno di età. Per gioco simbolico si intende un particolare modo creativo di giocare in cui il bimbo “fa finta” che un oggetto sia un’altra cosa o che il suo peluche preferito sia una persona di sua conoscenza. Durante la maturazione e l’evoluzione della capacità di giocare e, con l’ampliamento delle conoscenze e competenze, il bambino renderà il gioco simbolico sempre più articolato e complesso, fino a raggiungere lo stadio in cui lui stesso fa finta di essere qualcun altro e finge di fare azioni che conosce o immagina. Il gioco simbolico è molto importante ai fini dello sviluppo infantile e, spesso, per i bambini più grandi, diventa un modo di confidarsi e raccontare fantasie, desideri o paure. A questo proposito ricordiamo che molto psicologici infantili utilizzano proprio il gioco simbolico per arrivare a farsi confidare dai piccoli pazienti situazioni, ricordi o esperienze traumatiche.

Il ruolo del gioco simbolico nello sviluppo
“Fare finta di” per il bambino in età di scuola dell’infanzia può significare molte cose ed avere diversi riscontri positivi sulla sua formazione. Ad esempio, mettere in scena, ripetutamente, un’azione di cui ha paura, lo aiuta, man mano, a trovare coraggio e motivazione per affrontarla nella realtà. Inoltre, il gioco simbolico diventa un potente strumento comunicativo per interagire con gli adulti e comunicare loro sentimenti, sensazioni, disagi o pulsioni positive per cui non è ancora in grado o sufficientemente maturo per trovare le parole adatte. Osservare un bimbo che “gioca a fare finta” apre un vero e proprio mondo sul suo carattere, le sue inclinazioni, i suoi gusti e desideri. Il gioco simbolico stimola la creatività, le capacità cognitive e di astrazione, rafforza l’autostima ed aiuta ad imparare le tecniche per autocalmarsi, autoconsolarsi ed imparare a superare in autonomia alcune difficoltà pratiche.

Come comportarsi durante il gioco simbolico di un bambino
Quando il bimbo inizia a giocare in modo simbolico con un adulto, quest’ultimo dovrebbe sempre assecondarlo con entusiasmo. È sbagliato far notare al piccolo, per esempio, che il cucchiaio non è un telefono: il bimbo lo sa ma, in quel momento, sta mettendo in pratica una particolare espressione comunicativa che implica fantasia, immaginazione ed associazione d’idee. Bisognerebbe sempre partecipare adattandosi alle sue regole, imitarlo e lasciare che sia lui a condurre, inventare e rivoluzionare i concetti del gioco. L’adulto dovrà essere una semplice pedina, uno strumento per il divertimento del bambino, una figura di sfondo in un momento in cui il piccolo è assoluto protagonista ed è padrone di dare all’adulto il ruolo che preferisce. Ostacolare il gioco simbolico può essere dannoso per il bambino: gli impedisce di esprimere la sua fantasia e di trasporre in gesti e concetti a lui congeniali dei pensieri che non è ancora in grado di tradurre in parole. Un comportamento ostile verso il gioco simbolico potrebbe inficiare la sua autostima e farlo chiudere in sè, vergognandosi di esprimere ciò che pensa.

L’utilità del gioco simbolico per i bambini con disturbi del linguaggio e dello sviluppo
Il gioco simbolico diventa propriamente terapeutico per tutti i bambini che hanno patologie provocanti disturbi o rallentamenti dello sviluppo psicomotorio, del linguaggio e dell’apprendimento. Attraverso il “fare finta che” si aiuta il bambino con problemi di comunicazione ed interazione ad essere più libero e fluido nell’espressione, in quanto, durante il gioco simbolico “niente e nessuno è più quello che è in realtà” e il bimbo stesso userà il suo corpo, le sue parole e le sue azioni come se non fossero sue, quindi con più coraggio e scioltezza. Recenti studi hanno dimostrato che, attraverso questa modalità di gioco, si sono ottenuti incoraggianti risultati su bimbi con disfunzioni linguistiche o patologie comportamentali, tra cui alcune forme di autismo.

Fino a che età è normale il gioco simbolico
Il gioco simbolico insorge, tendenzialmente, tra i 10 e 18 mesi d’età e si protrae sicuramente per tutta la prima e seconda infanzia. In genere, i ragazzini iniziano a lasciarlo gradualmente a partire dagli 8/9 anni in poi. In realtà non è sbagliato continuare a giocare in questo modo anche in infanzia avanzata e preadolescenza e non c’è nulla di patologico se questo accade. C’è da dire che, spesso, il gioco simbolico è consigliato anche agli adulti da molti terapeuti. Se il proprio bimbo, quindi, è un appassionato di questa modalità di gioco, bisogna stare tranquilli perché ha solo ed esclusivamente risvolti positivi.

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