I bambini ostinati sono un bel problema per te che insegni alla scuola dell’infanzia. Dicono sempre no, fanno l’opposto di ciò che viene detto loro e si mettono in competizione volontariamente per fare quello che vogliono. Non è facile riuscire a gestirli, a causa della loro tenera età, quindi è opportuno utilizzare delle strategie valide e più naturali possibili per riuscire ad abbattere quel muro che il bambino erge davanti a lui. Ecco qualche consiglio su come approcciarsi a loro all’asilo.
1. Calma e pazienza
I bambini ostinati sono quelli che mettono a dura prova la pazienza di ogni insegnante. Ti sfidano e si pongono al tuo livello, incuranti di regole e divieti. Anche se apparentemente impossibile, la prima virtù che ti viene richiesta come sua educatrice è quella di mantenere la calma in qualunque occasione. Perdere la pazienza non serve a nulla, se non a farlo sentire ancora più autorizzato a comportarsi in un dato modo. L’ostinazione nei bambini piccoli può portare a problemi più seri nell’età adulta. Infatti, se in questa fase di crescita e di formazione del carattere, un bambino assume atteggiamenti ostinati costantemente può maturare in lui la convinzione che sia quello il modo giusto di approcciarsi alle persone. Un’ostinazione radicata non permette la formazione di qualità concettuali come: trovare un punto di incontro o accettare il punto di vista degli altri. Quindi è fondamentale da parte di un assistente all’infanzia essere molto vigile in questa fase per correggere questi comportamenti e direzionarli nella corretta via.
2. Non cedere mai
L’indole del bambino o le sue temporanee manifestazioni di carattere non devono intimorire l’insegnante, in nessun caso. Pensare che cedere almeno una volta e accontentarlo sia una soluzione per dimostrargli fiducia è un errore comune che si commette a scuola. In realtà, significa solo dargli più potere e confonderlo su quali siano i veri modo di agire con gli altri. L’ostinazione di questi soggetti li spinge a rifiutare le regole di convivenza sociale e a fare ciò che vogliono. Se autorizzati, si rischia di innescare una reazione ancora più negativa per il suo sviluppo. Come insegnante non devi cedere mai! Più facile a dirsi che a farsi, ma fondamentale per favorire una crescita sana e un rapporto più proficuo con adulti e coetanei. Se non accontentato un bimbo mette il cosiddetto muso lungo. Questa reazione è un modo da parte sua di convincere l’insegnante a ritornare sulle sue idee e poter fare ciò che vuole. Sicuramente è la parte più difficile della giornata, ma bisogna resistere con coraggio e tanta fermezza, per il bene del bambino stesso.
3. Dimostrare fermezza ma con dolcezza
Il presupposto per contrastare l’ostinazione del bambino è la fermezza, sempre e in ogni occasione. Essere fermi nelle proprie decisioni però non significa essere duri. A volte alcune insegnanti pensano che un atteggiamento severo possa aiutarli a mantenere un certo controllo sul bambino. Punizioni e rimproveri diventano quindi l’unica arma per farlo comportare come il resto della classe. Partendo dal principio che la fermezza resta un valore essenziale, bisogna trattare il bambino con la dovuta dolcezza che richiede la tenera età del piccolo. Ricordiamoci sempre che stiamo parlando di bimbi molto piccoli, in età prescolare, e che ancora devono capire quali sono i comportamenti corretti e quali quelli da evitare. Un adulto che si approccia a loro, che sia genitore o insegnante, deve sempre mantenere un tono di voce docile e affettuoso. Il bambino deve sentirsi sempre amato e vivere in clima che non sia governato dalla coercizione ma dalla serenità. Solo così si potrà creare un clima di fiducia e di rispetto reciproco e contrastare gli atteggiamenti più ostinati in modo del tutto naturale.
4. L’emulazione dei compagni
Un modo per avviare il bambino nella giusta direzione senza usare metodi punitivi può essere quello di fargli vedere l’atteggiamento giusto da assumere. In questo processo è d’aiuto prendere come esempio il resto della classe. Se, infatti, tutti rispettano le regole e si adeguano alle decisioni dell’insegnante, allora il principio di emulazione può essere uno strumento semplice ma molto efficace, da usare senza forzature. Ciò significa che bisogna dare dei premi ai comportamenti corretti: i rinforzi positivi devono essere allargati a tutta la classe, per dare un incentivo al bambino per imitare i suoi compagni e ricevere una gratifica. Se anche questo metodo risulta inefficace perché il bambino è talmente ostinato da risultare totalmente oppositivo è bene cercare anche l’aiuto dei genitori, in modo da collaborare per riuscire a risolvere queste problematiche agendo su più fronti. Ogni educatore deve imparare a conoscere i suoi bambini e solo costruendo un rapporto con loro può davvero riuscire ad aiutarli a crescere con valori sani.