Cooperazione: il ruolo dell’educatrice nella sua stimolazione

I compiti dell’educatrice all’interno dell’asilo sono davvero essenziali e determinanti per guidare i bambini nel loro percorso di crescita in modo tale da sviluppare tutte le competenze necessarie, sia a livello linguistico che relazionale. Il ruolo dell’educatrice nella stimolazione della cooperazione rappresenta un punto cardine dell’educazione stessa che, se svolto con attenzione e devozione, aiuta i piccoli a diventare un giorno uomini più produttivi e sensibili alle dinamiche sociali, contro una società sempre più orientata all’individualismo.

La cooperazione come base dei rapporti con gli altri

Uno dei compiti più pregnanti di un educatore è spingere i bambini, già in tenera età, a socializzare gli uni con gli altri non soltanto per ottenere qualcosa ma soprattutto per cooperare. Cosa vuol dire cooperare? In un contesto formativo come quello della scuola dell’infanzia per cooperazione si intende aiutarsi l’un l’altro per risolvere insieme obiettivi comuni, promuovere le relazioni, confrontarsi per crescere meglio e imparare sempre qualcosa di nuovo. Il bambino deve imparare sin da piccolo, a partire dai 36 mesi circa, a rapportarsi con gli altri e il modo migliore per cooperare con i compagni è senza dubbio l’attività ludica che li spinge a lavorare insieme.

L’educatrice contro l’individualismo della società

L’evoluzione e il cambiamento che caratterizza la società in cui viviamo non può non avere delle ripercussioni sull’educazione dei bambini, che già in età pre-scolare devono abituarsi ad essere pronti ad adattarsi a qualsiasi situazione. In ogni circostanza della vita i futuri uomini del domani si troveranno ad affrontare situazioni in cui dovranno scegliere se andare avanti da soli o cooperare con il prossimo. L’educatrice è, insieme ai genitori, una guida per il bambino che deve fargli apprendere da subito che l’individualismo non è la strada giusta. Durante le attività che si svolgono all’asilo, prevalentemente ludiche, i bambini devono essere continuamente posti dinanzi a situazioni in cui si rende necessario l’aiuto dei compagni per portare a termine un lavoretto o un gioco. Consentire al bimbo di capire che da solo non otterrebbe lo stesso risultato e anzi che insieme al compagno si riducono anche i tempi. Stima di sé e fiducia nelle proprie capacità non devono far pensare che non si ha bisogno degli altri. Come si evince, il ruolo dell’educatrice è molto importante ed anche delicato.

L’educatrice contro la competizione della società

La cooperazione è necessaria sin dalla scuola dell’infanzia anche per limitare gli istinti competitivi dannosi che si cominciano a formare proprio da piccoli. Alcuni giochi o attività, se svolti singolarmente, decretano un vincitore facendo sentire tutti gli altri inadeguati e risentendo del peso della sconfitta. Una sana competizione aiuta a migliorarsi e spingersi oltre per fare sempre meglio ma nei bambini piccoli la giusta misura è difficile da comprendere. Ecco che l’educatrice deve mediare in queste dinamiche per evitare che si crei un dislivello fra i bambini e far acquisire invece la consapevolezza di essere tutti uguali. Di conseguenza evitare attività ludiche in cui predomina un solo bambino e stimolare alla cooperazione con disegni, lavoretti e attività in cui bisogna lavorare insieme. Ognuno deve avere il suo ruolo ma che sia correlato con quello degli altri per il raggiungimento di un obiettivo finale.

Il bambino deve essere parte del gruppo

Se si riescono ad acquisire le giuste capacità di relazionarsi con gli altri attraverso la cooperazione si hanno delle buone probabilità di gestire bene le dinamiche conflittuali da adulti e sviluppare delle relazioni proficue e positive nel lavoro e negli affetti. L’educatrice deve quindi portare il bambino a sentirsi parte del gruppo, importante e indispensabile come gli altri, evitando e correggendo atteggiamenti di discriminazione o emarginazione che provocano conseguenze anche in età adulta. Confronto, scambio e condivisione devono essere i punti cardine attorno ai quali deve ruotare tutto l’iter formativo per stimolare i bambini alla cooperazione in modo da rispettare le regole del gruppo e partecipare attivamente alle attività didattiche.

Consigli per l’educatrice

La fantasia e le conoscenze delle educatrici devono quindi trovare sbocco per far eseguire attività cooperative che possano incentivare le dinamiche di gruppo. Un lavoretto da svolgere insieme potrebbe essere la realizzazione di un cartellone da appendere in classe: ognuno dei bimbi deve avere un proprio compito da svolgere in collaborazione con i compagni. Colorare, ritagliare e incollare sono gli strumenti da utilizzare per coinvolgerli e permettergli di lavorare insieme. Un’altra attività potrebbe essere un bel gioco a squadre in cui si vince solo se ci si aiuta a vicenda e questa dinamica, oltre ad essere divertente e stimolativa, permette di sviluppare la solidarietà, il sostegno reciproco, lo spirito di gruppo e il rispetto delle regole del gioco. Insomma, l’educatrice deve preferire le dinamiche interattive rispetto alle attività individuali, che hanno una loro importanza per sviluppare altre competenze e potenzialità prettamente personali.

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