Il Materiale strutturato nella scuola dell’infanzia

Il materiale di sviluppo, conosciuto come materiale strutturato o ancora materiale scientifico cognitivo, è una gran varietà di materiale disponibile nella classe e con il quale il bambino è libero di giocare, esprimersi e sperimentare.
Questi tipi di materiali possono suddividersi in due grandi gruppi: quelli non strutturati (materiale spontaneo, Agazzi) oppure materiale strutturato (in struttura regolativa, Montessori).
Questi ultimi sono una serie di oggetti proposti in una struttura rigida, regolativa appunto. Possono essere un primo semplice esempio i blocchetti o i bastoncini di legno, che hanno una relazione d’uguaglianza tra loro o di simmetria e ordine: in questo modo viene a formarsi una totalità di gioco costruita da micro azioni, in un’ottica Gestalt. Per esempio, unire i piccoli mattoncini delle costruzioni porterà alla creazione di pupazzi, casette e oggetti con i quali il bambino giocherà, ma per arrivare a questa azione finale dovrà compiere diverse micro azioni che coinvolgono le singole parti piccole del materiale strutturato.

Ciascuna delle piccole parti singole del materiale strutturato in sè è priva di significato, ma manifesta la sua potenza nell’insieme. Lo scopo del materiale strutturato è quindi non quello di portare alla luce manifestazioni emotive e del pensiero fantastico nel bambino, ma quello di esercitarlo nell’affinare determinate capacità cognitive. Il materiale strutturato è utile nella formazione del pensiero astratto e in un’ottica di relazione tra l’eperienze quotidiana del bambino e concetti che troverà sulla sua strada più in là nel futuro, come la matematica e la geometria. Il bambino ha un’esperienza pratica di ciò che sono lo spazio la profondità, la larghezza e l’altezza: le incontra ogni giorno e si misura con esse.

Davanti a una piramide di cubi, il bambino si trova a manipolarne le epressioni fisiche e concrete. In questo modo mette in atto una preparazione all’astrazione dei concetti, e nel frattempo esercita la precisione e la concentrazione sugli elementi per ottenere un insieme strutturato. Uno dei materiali strutturati che più esemplifica questo concetto è il famoso cubo di perle montessoriano. Il bambino è alla ricerca di strutture attraverso le quali possa ordinare la realtà attraverso i dati che conosce, e l’attività di impilamento di cubi e forme lo aiuta a processare questi dati: il cubo è un materiale strutturato che prepara la mente al concetto di sistema decimale che apprenderà in seguito. Il cubo rappresenta il numero mille, è costruito con mille perle dorate ed è sezionabile in varie componenti numeriche (per esempio in quadrati da cento perle): in questo modo il cubo soddisfa tutte le varie funzioni che possono essere utili alla mente del bambino: la manipolazione sensoriale, la visualizzazione, l’astrazione, la concettualizzazione.

Questi materiali consentono al bambino di comprendere le prime differenze tra il casuale e l’essenziale, tr ciò che può essere diviso per moduli e compreso e ciò che invece è l’elemento fantasioso non catalogabile. La scoperta della realtà e delle sue leggi è un passo fondamentale, e l’utilizzo di materiale strutturato è molto utile per gettare le basi della conoscenza nel bambino. Il materiale strutturato risponde sempre a criteri montessoriani tra cui la libera scelta e l’autocorrezione. Infatti, affinché il materiale non strutturato sia veramente valido, dev’essere scelto dal bambino e non imposto. Si tratta infatti di oggetti facilmente reperibili nella scuola dell’infanzia, che attraggono il bambino in modo naturale quando esso è pronto per sviluppare quella determinata funzione: per esempio il bambino che sia ormai pronto a padroneggiare concetti aritmetici sceglierà da sè uno dei tanti materiali strutturati che hanno come obiettivo l’apprendimento di concetti matematici. L’autocorrezione è un’altra peculiare caratteristica del materiale strutturato: infatti le unità che lo compongono sono semplici e consento una verifica immediata e una correzione spontanea da parte del bambino, che passo dopo passo, arriva a padroneggiare l’intera struttura.

Il senso naturale di curiosità e il piacere della sperimentazione porteranno il bambino alla soluzione spontanea del gioco, e a un progressivo miglioramento delle sue capacità. Tramite forme e colori, il materiale strutturato è capace di evocare nel bambino concetti difficilmente spiegabili a parole, e di portarlo al padroneggiarli con estrema facilità e in modo autonomo: per esempio i concetti di massimo e di minimo vengono espressi da una serie di cubi colorati, il primo di una tonalità più forte e l’ultimo di una tonalità più smorzata, passando per tutta una serie di cubi intermedi che rappresentano le varie sfumature. Il bambino viene dapprima attratto dai cubi come forma e colore, a mentre li manipola riesce a comprendere la differenza concettuale tra massimo e minimo vedendola rappresentata attraverso la scala cromatica dei cubi. Il passaggio del concetto di massimo e minimo dalla scala di cubi al pensiero interiore è poi una mera questione di assimilazione.

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