Il legame di attaccamento teorizzato fin dal secolo scorso da diversi studiosi, tra psicologi e teorici dell’età infantile, riguarda i primi anni del bambino e le figure alle quali, appunto si lega, tra cui quelle dei genitori e poi delle educatrici negli asili nido.
Il maggiore studioso della “teoria dell’attaccamento” è John Bowlby, che distinse negli anni ’60 del ‘900 un tipo di legame “sicuro” e “insicuro”. Egli si spinse oltre al rapporto e dunque al legame, che aveva studiato l’illustre Freud, per indagare sulla ricerca di una figura di riferimento (in questo caso la madre) non solo per ottenere il cibo, ma anche per ricevere affetto, considerazione, protezione, tenerezza e dunque anche sicurezza nel legame stesso.
L’età particolare che va da 3 mesi a 3 anni impone di considerare il tipo di attaccamento del bambino da un punto di vista che evidenzia come si possa affezionare, e a quale livello, anche alle figure che ruotano all’interno di un ambiente come l’asilo.
Gli educatori sono la figura di riferimento immediatamente successiva a quella dei genitori, che non solo si trovano all’esterno del contesto familiare noto, ma presuppongono un processo di conoscenza che si stabilisce con il tempo e che per alcuni bambini in tenerà eta non è scevro di problematiche.
Ecco in 10 punti salienti come si caratterizza nei risvolti psicologici il legame di attaccamento nei bambini in età da asilo nido.
1) Il legame di attaccamento che si instaura con la figura degli educatori negli anni dell’asilo nido affonda le sue radici in quello con la figura materna. Se si parte dall’assunto che può essere si tipo sicuro o insicuro, ma anche ambivalente, si può inquadrare fin da subito la natura di quello stabilito probabilmente proprio con la madre.
A livello psicologico, infatti, un bambino ha un approccio verso il mondo esterno, quindi anche verso i suoi pari, caratterizzato da sicurezza, quando in famiglia si sente protetto, amato, considerato e riflette questa sua acquisizione di sentimenti più che positivi anche nel rapporto con gli educatori e gli insegnanti dell’asilo nido.
2) La base emotivamente sicura sui cui poggia un bambino che promuove un legame di attaccamento soddisfacente, gli permette di sentirsi pronto nell’esplorazione di nuovi contesti, relazionandosi in modo sereno sia con i pari che con gli insegnanti.
Questo permette agli educatori di realizzare un approccio facilitato alla conoscenza del bambino, che spinto da una naturale curiosità verso nuove persone, si apre al mondo.
3) Il legame di attaccamento sicuro con gli educatori dell’asilo nido influenza a sua volta il ruolo che assume con i suoi compagni.
Diversi sono stati gli studi comportamentali a riguardo, condotti con la cosiddetta “Strange Situation” e con l’ Attachment Q-sort, per valutare la qualità stessa del rapporto genitore-figli ed educatori-bambini. Proprio tale qualità influenzerà non solo il suo rapporto con gli altri bambini all’asilo, ma anche la modalità di stabilire rapporti anche nella vita adulta, non ultimi quelli nel ruolo a sua volta di genitore.
4) Uno tra i risvolti psicologi più importanti in un bambino con un legame di attaccamento sicuro è che, secondo questi studi, manifesterà velleità da leader e trascinatore, fino a diventare uno dei protagonisti in occasione di giochi e attività di gruppo.
Nel rapporto con altri bambini che stabiliscono un legame di attaccamento sicuro, si dimostrerà partecipativo e propositivo, impegnandosi nell’assolvere ai compiti che gli sono dati nel modo migliore.
5) I bambini che stabiliscono, invece, un legame di attaccamento insicuro si mostrano diffidenti, poco aperti a sperimentare cosa ha da offrire un rapporto pro-attivo verso gli educatori.
Il comportamento che spesso mostrano questi bambini, sia isolatamente che in gruppo, è quello di ribellione, estraniazione, pianto o capricci, al fine di attirare su di se l’attenzione e la comprensione “esclusiva” degli educatori. Un tale atteggiamento vuole suscitare agli occhi dei pari l’attenzione che viene a lui rivolta dagli educatori, portandolo al centro della “scena” del gruppo.
Gli educatori sanno che certi comportamenti non vanno assecondati e che è importante far sentire questi bambini parte del gruppo, insegnandogli la partecipazione attiva.
6) Nei casi in cui gli educatori si mostrano sensibili alle richieste senza capricci dei bambini, in questi scatta la proiezione di un’immagine positiva di se. Si ritengono degni dell’amore e delle cure che gli educatori gli mostrano, anche come premio al loro impegno nelle attività di gruppo.
Si genera una spinta entusiastica a bissare un tale atteggiamento che alimenta nuovi slanci positivi, anche verso i compagni, creando un circolo virtuoso che tende ai buoni propositi da parte dei bambini.
7) Nel bambini con un legame di attaccamento sicuro cambia in meglio il rapporto con i pari, verso i quali si mostra empatia, azioni di aiuto e di affiancamento.
8) La pro-socialità inizia a svilupparsi proprio a partire dalla possibilità di stabilire legami votati alla positività e non influenzati dal timore del “rifiuto”.
9) Un bambino confortato nei momenti di difficoltà da parte della madre e delle altre figure con le quali si sono stabiliti legami di attaccamento, imiterà tale atteggiamento anche da adulto.
10) Lo sviluppo socio-emotivo del bambino correlato ai legami di attaccamento permetterà un migliore adattamento al “mondo sociale” che è l’asilo, dandogli gli strumenti primari per quello nella vita di relazione degli anni successivi.
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