Insegnare l’empatia ai bambini da 2 a 6 anni non è affatto una cosa semplice. Il primo e più importante aspetto di cui tenere conto riguarda il fatto che per riuscire ad insegnare l’empatia è fondamentale non sottovalutare la cosiddetta educazione emotiva.
Nella maggior parte dei casi, infatti, i bambini non vengono educati a gestire le emozioni e non vengono spinti a rapportarsi con gli altri seguendo schemi ben precisi. Basta fare una breve riflessione per rendersi conto che, al giorno d’oggi, è sempre più difficile avere a che fare con bambini educati e, soprattutto, empatici. Stando al risultato di alcune ricerche scientifiche, pare che rispetto a circa tren’tanni fa i bambini siano molto meno empatici. Insomma, sembra proprio che gran parte della responsabilità sia da rintracciare proprio nell’operato degli adulti. Ma è veramente così? Cerchiamo di scoprirlo e di capire come insegnare l’empatia ai bambini da 2 a 6 anni.
Una cosa è certa: ad aver modificato i comportamenti dei più piccoli è stato il progressivo e dilagante sviluppo delle nuove tecnologie. I più piccoli, infatti, trascorrono moltissimo del loro tempo davanti ad uno schermo e, per tale ragione, fanno estrema fatica a rapportarsi con gli altri. In passato, il miglior modo per passare il tempo era rappresentato dal gioco, possibilmente in compagnia dei propri coetanei. Venendo a mancare questa importante fase della crescita, i bambini si trovano a doversi rapportare con gli altri senza aver fatto alcun genere di esperienza sul campo, se non in famiglia e a scuola. Sia la famiglia che la scuola, dunque, hanno un compito a dir poco cruciale e devono farsi carico del fatto che sono proprio loro ad incidere in maniera preponderante sui futuro dei più piccoli. Per tale ragione, è estremamente opportuno fare tutto per il meglio e non lasciare nulla di intentato. Dare spazio a momenti di socialità è un aspetto che non deve essere assolutamente sottovalutato.
Un altro elemento molto importante vede protagonista il raggiungimento del successo ad ogni costo. I bambini, infatti, tendono a voler raggiungere sempre i risultati migliori, alle volte scavalcando i propri compagni. Per riuscire a far capire ai bambini l’importanza degli altri, è importante parlare con loro di sentimenti. I bambini, infatti, devono capire l’importanza dei sentimenti. Ciò vale sia per le femmine che per i maschi. Spesso si è portati a parlare di sentimenti con molta più facilità alle bambine. Ma perché escludere i maschietti? Anche a loro serve capire l’importanza dei sentimenti. Creare un divario tra maschi e femmine è del tutto sbagliato oltre che estremamente controproducente. Gli educatori, pertanto, devono fare in modo che sia i bambini che le bambine conoscano l’alfabeto dei sentimenti ed imparino ad utilizzarlo nel migliore dei modi. In questo modo, riusciranno a capire che alla base dell’amicizia, della fratellanza e della solidarietà c’è proprio l’empatia.
Inoltre, è opportuno tenere bene a mente che la cordialità e la buona educazione non bastano. I bambini, infatti, devono avere la possibilità di interiorizzare ciò che viene chiesto loro di fare in varie circostanze. Se, ad esempio, un bambino fa male ad un suo coetaneo, deve chiedergli scusa ma non solo formalmente. La cosa importante è che riesca a comprendere il proprio errore e che, dunque, senta la necessità di scusarsi con l’amico o con il compagno di classe per il torto che ha dovuto subire. Un segreto decisamente utile per ogni educatore è quello di dare forma ad un vero e proprio mantra. In buona sostanza, sarebbe interessante coinvolgere i bambini in un gioco in cui sono proprio loro i veri protagonisti e che li vede alle prese con una serie di regole di convivenza dalle quali è impossibile non approcciarsi con l’empatia. Come è facile capire, si tratta di un metodo intuitivo che consente ai più piccoli di sperimentare e di comprendere l’empatia in maniera graduale e molto efficace.
E per quanto riguardagli esempi? In tal caso, il ruolo della famiglia è cruciale. Ciò non toglie, però, che anche gli educatori possano riuscire ad essere da esempio ai bambini. Quando si palesa la necessità di chiedere scusa, gli educatori devono essere i primi ad esprimersi in tal senso. Vedendo i propri educatori chiedere scusa ad un collega o, addirittura, ad un bambino, sarà molto più facile riuscire a comprendere con precisione cosa è giusto fare e cosa, invece, non deve essere assolutamente fatto. I bambini sono delle vere e proprie spugne e sono sempre pronti ad imitare i comportamenti degli adulti, talvolta senza interrogarsi più di tanto in merito alle cause di specifici atteggiamenti. Ciò che conta, pertanto, è che gli adulti, sia che si tratti di educatori che di genitori, si ricordino che sono sempre sotto l’occhio vigile dei bambini a cui non sfugge proprio nulla. Sottovalutare l’importanza del buon esempio significherebbe compiere un errore grandissimo.
Tra i consigli utili per riuscire ad insegnare l’empatia ai bambini vi è quello relativo all’immedesimazione. Per riuscire a comprendere la portata di un gesto e le sue conseguenze, i bambini devono essere guidati verso un percorso, appunto, di immedesimazione. Solo cercando di capire cosa proverebbero se fossero loro a dover fare i conti con quel tipo di atteggiamento avranno la possibilità di entrare davvero in empatia con il prossimo e di andare al di là delle semplici formalità. Altro suggerimento è quello di parlare moltissimo con i bambini e di cercare di indagare in merito a ciò che potrebbe farli sentire davvero bene. Proprio loro, infatti, possono far capire nel migliore dei modi quali sono le leve per riuscire a insegnargli come entrare in empatia con gli altri. Qualche regola, poi, non guasta mai. Un esempio? Anche solo per gioco, bisognerebbe ricordare ai bambini di compiere due azioni gentili nell’arco della giornata. In questo modo, gli atti di gentilezza possono diventare dei veri e propri must e, nel corso del tempo, si trasformeranno in abitudini a cui sarà sempre più difficile rinunciare.
Anche in questo caso, ci troviamo di fronte ad azioni che devono essere messe a punto dagli educatori in costante sinergia con i genitori. Proprio i genitori, infatti, devono dare seguito al grande lavoro che viene svolto dagli educatori. In caso contrario, ogni genere di progresso rischierebbe di essere del tutto annullato da comportamenti diametralmente opposti assunti all’interno del nucleo familiare. Non si deve assolutamente dimenticare, infatti, che i bambini assorbono tutto ciò che sta loro intorno e che, pertanto, una differenza sostanziale di insegnamenti tra famiglia e scuola potrebbe creare in loro una sorta di ambivalenza che, nel corso del tempo, potrebbe degenerare.
Insomma, il segreto per insegnare ai bambini l’empatia fin da quando stanno all’asilo nido è consentire loro di sentirsi a proprio agio con gli altri e di esprimersi e conoscere il mondo che li circonda con gli occhi della gentilezza. Si tratta, però, di un percorso lungo e articolato che deve essere svolto con pazienza e molta forza di volontà sia da parte della scuola che della famiglia. Ciò che conta più di ogni altra cosa è il dialogo. I bambini per essere empatici devono imparare a parlare di sentimenti e devono farlo sia con i genitori che con gli educatori e, soprattutto, con i propri compagni. Solo in questo modo i più piccoli avranno la possibilità di entrare in empatia con le persone con le quali hanno rapporti di vario genere e con l’ambiente circostante in maniera spontanea e senza troppi artifici.