Ai bambini può capitare di avere voglia di imporsi e far sentire la propria voce, anche se ogni cosa sembra andare per il verso giusto. Essi possono fare ciò in modi diversi, esprimendosi con capricci o facendo i dispetti. In un ambiente come l’asilo, dove i piccoli sono a stretto contatto per molte ore con i loro compagni, capricci e dispetti sono all’ordine del giorno. Ma come fare a gestirli?
La prima cosa da fare è capire o almeno cercare di comprendere perché il bambino si comporta in un determinato modo. Indaga sulla sua vita all’interno e all’esterno della struttura e osservalo con attenzione per un po’ di tempo. Cerca di coinvolgere la famiglia e chiedi magari loro se a casa ci sono stati dei piccoli o grandi cambiamenti, in modo da riuscire a capire quello che sta succedendo. Può essere infatti che il bimbo stia vivendo un momento particolare, come la nascita di un fratellino, un trasloco, il viaggio di lavoro di un genitore, e quindi si senta arrabbiato e bisognoso delle attenzioni delle sue educatrici o insegnanti.
Se da questi punti di vista sembra andare tutto bene cerca di comprendere se anche nella semplice quotidianità del pargolo va tutto bene. Dorme a sufficienza? Viene lasciato spesso solo? In famiglia e all’asilo nido o alla scuola dell’infanzia riceve sufficienti attenzioni? A volte i capricci nascono da reali bisogni del bambino e dalle sue piccole grandi sofferenze e in questi casi devi cercare di essere comprensivo e di trovare una soluzione che lo possa aiutare.
Se invece i capricci sembrano non avere un motivo apparente devi avere un atteggiamento differente. In linea di massima prova ad essere sempre aperto nei confronti del piccolo, di parlare con lui soprattutto quando il capriccio si è esaurito e di fargli comprendere perché è sbagliato comportarsi in un determinato modo.Se i capricci però persistono e sembrano non scemare in alcun modo ti troverai costretto a prendere dei provvedimenti. Prima di tutto sii coerente e riprendilo ogni qual volta si presenta l’atteggimento sbagliato, o rischierai di mandarlo in confusione. Sii anche specifico nelle tue richieste e se gli neghi qualcosa fallo con fermezza. Il bambino deve capire che i suoi capricci ed il suo atteggiamento non faranno cambiare la tua opinione. Se è il caso, lascia che sfoghi le sue emozioni, ma fermalo nel momento in cui rischia di fare male a se stesso o ad altri: la sua sicurezza viene prima di tutto e se, ad esempio, comincia a lanciare oggetti, deve essere bloccato.
Teoricamente, se il piccolo capisce che con un dato capriccio non riesce ad ottenere da te ciò che cerca, l’atteggiamento stesso si esaurirà da solo. Non cedere di fronte a certi comportamenti, potresti erroneamente rinforzarli. Inoltre, se il capriccio è davvero esagerato, invita il bambino a sedersi. Magari inizialmente piangerà ma poi si calmerà e qualche minuto di silenzio non gli farà male. Se necessario, rifletti poi con lui sull’accaduto. Cerca di rinforzare i suoi comportamenti positivi: quando ha un atteggiamento corretto, complimentati con lui, sottolineando cosa ti è parso giusto.
Negli asili, oltre ad incontrare bambini capricciosi, capita di trovare bambini dispettosi. Anche in questo caso bisogna domandarsi perché il bambino faccia i dispetti. Tieni conto che in parte è normale, il piccolo infatti soprattutto se sotto una certa fascia d’età, può trovare difficile un approccio con i suoi coetanei e talvolta il dispetto può addirittura farli avvicinare. In altri casi si tratta di una richiesta di attenzione nei confronti dell’adulto che, ovviamente, non deve passare sotto silenzio. Verbalizzare l’accaduto, rimane sempre la via migliore per avere risultati sul lungo termine. Magari non raggiungerai subito il tuo obbiettivo, ma quello che devi fare è essere anche in questo caso fermo e coerente. Con parole semplici, è importante fare capire al ragazzino che i dispetti possono fare male o far arrabbiare gli altri bambini, e che quindi non è carino farli. Ad esempio, se un bimbo ruba un gioco ad un altro, fagli capire che non è piacevole, mostragli la reazione, magari triste e dispiaciuta, del suo coetaneo, in modo da aiutarlo a sviluppare una certa empatia e rifletti con lui.
Se le parole non bastano, passa ai fatti: impedirgli di giocare per qualche minuto, osservando gli altri, non gli farà certo male. Fagli capire che i dispetti in classe non sono assolutamente ammessi. Se questi si dimostrano particolarmente gravi parla con i tuoi colleghi o con la famiglia e mettete in campo una strategia comune: la coerenza si dimostrerà di grandissimo aiuto.