Autostima nei bambini sotto i 6 anni, suggerimenti per gli educatori su come rafforzarla

L’autostima è una componente fondamentale all’interno della vita sociale di un individuo, essa costituisce il trampolino di lancio da cui partire per ottenere successo in qualunque ambito, per imparare a prendersi cura di se stessi e per rivendicare i propri diritti.
Come molte altre caratteristiche umane comunemente date per scontato come intrinseche della personalità di ognuno, l’autostima è invece il risultato di un processo alquanto fragile e sofisticato che si dispiega già a partire dai primi anni di vita, durante l’asilo nido. Ovviamente, buona parte di questo processo dipende dal mondo che circonda il bambino: pur non essendo un foglio completamente bianco, durante la prima infanzia l’essere umano si presenta come estremamente sensibile agli stimoli ambientali, e incredibilmente predisposto ad assorbire e rendere propri tutti gli atteggiamenti con cui viene a contatto.

Questa particolare predisposizione alla ricettività conferisce alla famiglia e agli educatori un ruolo di primo piano nella formazione dell’autostima individuale di ogni bambino, esigendo che essi si rivolgano al piccolo nella maniera più utile perché questa si sviluppi in maniera sana ed efficace.
All’interno della società in cui viviamo la mancanza di autostima costituisce uno dei principali freni di sviluppo delle proprie capacità, costituendo spesso il più grande ostacolo che si pone tra le nostre aspirazioni e la possibilità di realizzarle. Offrire ad un bambino la possibilità di sviluppare e migliorare la sua capacità di amarsi e di possedere un certo livello di stima di se contribuirà a garantire la sua identità sociale, permettendogli di raggiungere un maggior numero di obbiettivi.

La coscienza di sé e i fattori che contribuiscono alla sua formazione

I fattori che più influiscono sulla formazione dell’autostima individuale appartengono ovviamente al settore delle relazioni interpersonali, in quanto è proprio attraverso il confronto che si modella il concetto di se stessi e il proprio valore all’interno del gruppo. Gli ambiti sociali con cui un bambino ha la possibilità di confrontarsi sono principalmente due, ossia la scuola e la famiglia: all’interno di questi ambiti egli si relaziona su campi diversi con persone dalle caratteristiche differenti, che ricoprono nella sua vita i più disparati ruoli. In questi ambienti il bambino sviluppa un giudizio di se basato per lo più sui riscontri che riesce a ottenere sul livello sociale (la considerazione che gli altri bambini hanno di lui), sul livello fisico (il giudizio di chi lo circonda riguardo il suo aspetto, il confronto tra le sue fattezze e quelle dei modelli a cui si riferisce), e sul livello intellettuale (il giudizio degli altri riguardo le sue capacità nello svolgere dei compiti assegnati).
L’intersecarsi di questi giudizi esterni con la sua sensibilità e con la percezione che il bambino ha del mondo esterno portano alla configurazione della sua personale immagine di se.

Come rafforzare l’autostima del bambino

Sebbene il numero di componenti tirate in ballo da questo processo sia alto, e in parte queste possano sfuggire al nostro controllo, le possibilità di contribuire ad un corretto sviluppo dell’autostima del bambino per un educatore sono ancora abbastanza ampie.
Nonostante l’essere prodighi di elogi possa sembrare un comportamento coerente con lo scopo che si desidera raggiungere, aiutare un bambino a conquistare la propria autostima significa cercare di fargli assumere un’immagine di se quanto più oggettiva possibile, rendendolo cosciente dei propri limiti e delle proprie imperfezioni e insegnandogli ad accettarsi malgrado queste; l’approccio più corretto quindi non sarebbe quello di un atteggiamento smodatamente elogiativo, quanto quello di un comportamento che contribuisca a mettere in luce le sue abilità più che le sue incapacità. Per ottenere questo scopo l’educatore dovrebbe cercare di proporre ai bambini obbiettivi realistici, magari dividendoli in tappe più facilmente raggiungibili, che permettano ad ogni individuo di far risaltare il proprio talento dandogli coscienza della sua utilità all’interno del gruppo e aiutandolo a vincere ogni sensazione di invisibilità. Far risaltare le capacità individuali di ogni bambino all’interno della comunità scolastica contribuirà anche a modificare il giudizio che gli altri posseggono a proposito di lui, contribuendo a migliorare anche la sua percezione di se stesso come membro della collettività. L’obbiettivo dei compiti proposti si realizza principalmente nell’evidenziare il successo come miglioramento di sé piuttosto che come conseguimento di un traguardo materiale: dare coscienza al bambino dei suoi progressi gli permetterà di ottenere una consapevolezza reale dei propri limiti e delle proprie possibilità di ampliarli, rafforzando in questa maniera la memoria dei suoi successi.
Le critiche non vanno demonizzate: nell’ottica del proporgli un’immagine di se quanto più realistica possibile, è bene mettere il bambino di fronte a delle critiche, purché queste siano propedeutiche a un miglioramento e possano contribuire a fornirgli una comprensione dei valori reali delle cose, senza assumere atteggiamenti allarmisti o iperprotettivi. E’ bene tenere a mente che il primo canale attraverso cui i bambini imparano è quello in cui si muove l’osservazione della realtà che li circonda e che quindi la condizione indispensabile perché possano coltivare in maniera corretta la propria autostima è che le persone con cui sono portati a confrontarsi siano in grado di provare stima tanto verso le proprie capacità quanto verso quelle dei piccoli. Un’espressione di questa sicurezza, e della propria considerazione del bambino, potrebbe essere il coinvolgimento di quest’ultimo nelle decisioni, anche senza tenere poi direttamente conto della sua opinione. Avere la possibilità di esprimere le proprie idee riguardo ad un determinato argomento permetterà al bambino di rafforzare la propria fiducia in se stesso, aiutandolo parallelamente a sviluppare un certo sentimento di responsabilità. Cercando di tenere conto di queste direttive, è bene mantenere un atteggiamento che invogli il piccolo all’azione senza limitarlo eccessivamente: un comportamento iperprotettivo potrebbe causare insicurezza e impedirgli di sperimentare i propri limiti non dandogli mai la possibilità di testare le proprie capacità. I fallimenti sono possibili, ma altrettanto possibile è rialzarsi e imparare da questi: questo è il principio basilare su cui muoversi.

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