Le regole, la loro importanza nei bambini sopra i 3-4 anni

Nonostante le innumerevoli teorie che si presentano esposte sull’orizzonte pedagogico, e le svariate modalità che queste hanno di considerare i bambini oggetti dei loro studi, sebbene con diverse sfumature, tutte condividono la sacralità del ruolo di alcune regole all’interno dello sviluppo individuale, considerandola come il presupposto imprescindibile alla corretta evoluzione del piccolo all’interno dell’ambito socioculturale di riferimento.


Durante il processo educativo sembra essere dunque necessario che il bambino venga messo il più possibile a contatto con una situazione che simuli al meglio le caratteristiche che dovrà affrontare una volta che, cresciuto, si troverà a confrontarsi con il mondo reale.

Nella prima fase della crescita il bambino ancora non possiede le norme culturali che comunemente si usa dare per scontato, e risulta quindi un piccolo essere privo della concezione di giusto e sbagliato a cui siamo abituati. L’introduzione di questi concetti è necessaria e imprescindibile all’interno di una concezione lungimirante finalizzata a garantire al bambino uno sviluppo sereno e un futuro piacevole all’interno della società che andrà ad abitare.

Le regole e i motivi della loro importanza

Una delle cose con cui i bambini avranno più difficoltà ad accettare sarà proprio l’imposizione di alcune regole necessarie al vivere comune, per questo è bene introdurre il concetto della regolamentazione durante l’infanzia. Offrire ad un bambino delle regole lo aiuterà ad acquisire la concezione di un mondo razionale e regolato, in cui può sentirsi libero di esprimere se stesso purché si mantenga all’interno dei limiti imposti. Oltre a facilitare l’adattamento alla vita sociale e relazionale, le regole svolgono un ruolo costruttivo anche all’interno della formazione personale dell’individuo riducendo il caos che lo circonda ed aiutandolo ad organizzare la propria esistenza su delle basi prestabilite. Acquisire delle regole significa compiere un passo in più verso il completamento della propria personalità, nonché verso una futura capacità di autoregolamentazione in grado di comprendere anche il concetto di dovere e responsabilità. Proprio allo scopo di sviluppare una partecipazione attiva alle regole e un’assimilazione che, per quanto lenta, sia cosciente e partecipata, è bene offrire al bambino una breve serie di regole semplici e chiare, corredandole di un’esauriente spiegazione capace di fargli comprendere i motivi dell’imposizione e le conseguenze a cui va incontro trasgredendo al divieto che essa comprende.

Il ruolo dell’educatore nell’imposizione delle regole

Durante il processo di sviluppo e di assegnazione delle regole è necessaria un’intensa partecipazione anche da parte dell’educatore, in quanto serve che egli non si lasci intimidire dalla concezione negativa socialmente attribuita al no, e che contemporaneamente si liberi delle reminiscenze dell’educazione di cui è stato oggetto per stabilire un sistema educativo adatto alla realtà che desidera creare, nonché alle caratteristiche e alle esigenze dei bambini che dovrà formare. Nonostante le difficoltà e la fatica che l’educatore potrà riscontrare durante l’imposizione delle regole, bisogna tenere a mente l’enorme contributo che queste possono dare allo sviluppo interiore del piccolo che, pur rifiutandole inizialmente, si sentirà poi confortato dalla loro esistenza e libero di esprimersi all’interno di quei limiti. Lasciar intendere ad un bambino che tutto gli è concesso contribuirà a creare in lui un vago senso di smarrimento e onnipotenza che lo porterà a sentirsi schiacciato dalle proprie possibilità, in ansia rispetto alle proprie scelte e insicuro riguardo i valori che la società che lo circonda sembra richiedergli. E’ infatti impossibile non considerare anche questo aspetto: per quanto si possa desiderare che il bambino si esprima liberamente e che i suoi slanci vengano limitati il minimo possibile, egli si troverà immancabilmente a confrontarsi con delle realtà che non gli offriranno lo stesso riguardo e che lo costringeranno ad attenersi a sistemi formali rigidi e intransigenti, pena l’esclusione dal gruppo. Le regole non contribuiscono infatti soltanto ad un sereno sviluppo mentale dell’infante, o alla costruzione di una vita familiare serena, ma servono soprattutto a trasmettergli un sistema valoriale valido su cui basare le proprie scelte e i propri comportamenti futuri.
Perché l’imposizione delle regole risulti efficace, è bene che queste non coinvolgano ogni aspetto ed ogni declinazione della vita del bambino, che altrimenti si troverebbe imprigionato all’interno di una ragnatela di divieti tanto caotica quanto la loro totale mancanza, ma che si limitino ad una serie di principi sintetici e chiari, adeguati all’età del bambino e al contesto in cui la sua vita si svolge. L’introduzione della regolamentazione lo aiuterà a comprendere il proprio posto all’interno della società, illustrandogli cosa gli è concesso e cosa gli è precluso, instillando contemporaneamente in lui un vago senso di responsabilità e consenso che contribuirà alla costruzione della sua autostima. La normativa con cui il bambino si troverà a confrontarsi deve risultare coerente e mantenersi nel tempo, in maniera da non creare ambiguità all’interno della psicologia del piccolo. Nonostante sia necessario al processo una separazione evidente tra il ruolo dell’educatore e quello dell’educato, è bene che anche chi propone il sistema educativo da rispettare si adegui ad esso, in maniera tale che il bambino lo assuma come un comportamento razionale e necessario a cui attenersi. In caso di trasgressione, il rimprovero è certamente necessario, ma sarebbe preferibile rivolgerlo al comportamento piuttosto che alla figura generale del bambino in maniera da non compromettere eccessivamente la sua sensibilità; può inoltre risultare costruttivo accompagnare l’ammonizione con un’ulteriore spiegazione delle motivazioni che la regola nasconde, in maniera tale da collocare l’appunto all’interno di una dimensione reale, estraendolo dalla dimensione del ricatto che il bambino potrebbe costruire a proposito. Bisogna tenere a mente la profonda differenza che si cela tra il rispetto e la paura: mentre la paura logora il rapporto tra bambino ed educatore, il rispetto, guadagnato attraverso l’esempio e la comprensione, fornisce al piccolo un punto di riferimento verso cui rivolgersi, rendendolo più incline all’accettazione di indicazioni e rimproveri.
Perché lo sviluppo del bambino si svolga nella più completa serenità e all’interno di un ambiente sereno, è bene che l’introduzione di una rigida regolamentazione sia accompagnata da un’atmosfera di accoglienza e di immedesimazione emotiva dell’educatore nei confronti del piccolo, in maniera che questo riconosca in lui un modello da imitare e si senta a suo agio all’interno del rapporto.

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