L‘attenzione sostenuta è il tipo di attenzione che più influisce nell’apprendimento del bambino, in quanto è ciò che gli permette di mantenere il proprio focus attentivo su un determinato oggetto (inteso come argomento di studio) in maniera tale da dare la possibilità alla propria mente di memorizzarne gli aspetti facendo entrare quell’argomento all’interno dell’ambito delle conoscenze acquisite. Più precisamente, l’attenzione sostenuta viene definita come quel tipo di processo cognitivo legato all’acquisizione attiva di conoscenze che permette all’individuo di svolgere compiti poco complessi che richiedono un certo livello di vigilanza prolungata, ma una scarsa concentrazione.
Come per gli altri tipi di attenzione, l’acquisizione di queste modalità relazionali di acquisizione del mondo esterno, pur presentando una naturale predisposizione umana, richiedono lunghi e accurati processi di sviluppo capaci di educare la curiosità del bambino ad un certo livello di disciplina e organizzazione utile all’acquisizione delle informazioni.
Il mondo in cui i bambini si trovano a vivere, assume sempre più caratteristiche poco favorevoli allo svolgimento di questo processo: la realtà che si definisce attorno a noi si presenta sempre più veloce e frazionata, le informazioni si susseguono senza sosta assieme ad una quantità infinita di stimoli che lasciano emergere una notevole preferenza verso la quantità a discapito della qualità, e di un approccio superficiale rispetto ad una conoscenza interessata e approfondita. Anche soltanto l’utilizzo degli strumenti di diffusione di massa ripropone ossessivamente delle modalità che richiamano ad un rapporto con le informazioni che vede il soggetto in un ruolo sempre più passivo, ponendo l’individuo come un oggetto inerme su cui si riversa un’infinita quantità di informazioni che è costretto a subire ma alle quali non può attingere in maniera approfondita.
L’ambiente scolastico e la sua influenza
Ovviamente non è possibile, e non sarebbe nemmeno troppo giusto, permettere ai bambini di crescere in una dimensione completamente alienata da questi meccanismi, tuttavia sarebbe preferibile cercare di ridurre al minimo i loro contatti con una realtà caotica e sovrappopolata di informazioni, preferendo invece una situazione di calma che incuriosisca e contemporaneamente permetta di stimolare un ragionamento.
Proprio questa dimensione parareale è l’obbiettivo che si dovrebbe perseguire all’interno dell’ambiente scolastico, sia asilo nido che scuola dell’infanzia, al fine di permettere al bambino di sviluppare a pieno le proprie capacità organizzative e di ragionamento. La condizione imprescindibile per cui queste si formino è ovviamente la presenza di alcuni contenuti da organizzare, che non possono essere acquisiti se non mediante una buona dose di attenzione. Rapire il bambino da una situazione reale troppo ricca di stimoli permette la creazione di un ambiente che si presenti più alla portata delle sue capacità infantili, rendendo più facile e sereno l’apprendimento delle strutture logiche con cui dovrà in seguito organizzare le proprie competenze, e permettendogli di sviluppare il livello di attenzione sostenuta che gli permetterà di acquisirle.
Probabilmente proprio a causa del caos generato da un mondo troppo pieno, i disturbi dell’attenzione si presentano tra i bambini con una frequenza sempre maggiore, rendendo più complessa la posizione degli educatori e creando nuove esigenze a cui essi dovranno rispondere per svolgere la loro funzione. I disturbi dell’attenzione diminuiscono i tempi di attenzione dei bambini, che in questa maniera si trovano nella posizione di non essere in grado di prestare a qualcosa l’attenzione che necessiterebbe, o di dover attuare un grosso sforzo per arrivare a questo risultato. Sebbene questi disturbi possano originare problemi più consistenti e limitare e ostacolare in maniera consistente lo sviluppo del bambino, è bene tenere in considerazione che le capacità attentive, pur basandosi su una naturale predisposizione, non sono una caratteristica innata dell’essere umano e che quindi una scarsa capacità di mantenere l’attenzione potrebbe essere una caratteristica molto diffusa tra i bambini a prescindere dalle difficoltà patologiche.
Come favorire lo sviluppo dell’attenzione sostenuta
Le possibilità per tentare di ovviare a questi disturbi sono davvero innumerevoli, e si presentano tutte come volte a catturare l’attenzione del piccolo in maniera da aiutarlo a sviluppare sempre più la propria attenzione sostenuta. Per accompagnare il bambino in questo processo, la prima cosa che è possibile utilizzare sono le caratteristiche salienti degli oggetti stessi (oggetti sempre inteso in senso lato), ossia le caratteristiche che potrebbero renderli interessanti ed attirare naturalmente l’attenzione del bambino: ad esempio, l’utilizzo di figure piuttosto che di scritte, o l’ampio uso dei colori potrebbe aiutare a catturare l’attenzione del piccolo convogliandola sull’oggetto che si desidera proporgli. Una volta catturata la sua attenzione, è bene riuscire a mantenerla. Per fare in modo che il bambino si distragga il meno possibile e riesca a restare concentrato sul compito da svolgere, il primo passo da compiere è cercare di limitare le possibilità di distrazione attraverso la cosiddetta “Pulizia del setting” ossia la rimozione di tutti gli oggetti che potrebbero distogliere la sua attenzione. In secondo luogo è bene agire sulla sua fisicità: assumere una posizione corretta aiuterà il bambino a sentirsi più presente all’interno del contesto, coinvolgendolo maggiormente nelle attività svolte e portandolo ad evitare movimenti settoriali e micromovimenti.
Il coinvolgimento della sfera fisica più apportare un enorme contributo alla stimolazione dell’attenzione sostenuta del bambino, in quanto lo renderà più partecipe della situazione coinvolgendolo a più livelli piuttosto che esclusivamente sul piano intellettivo; proprio in quest’ottica sarebbe preferibile riuscire a costruire attorno all’oggetto dell’attenzione delle situazioni interattive piacevoli e divertenti che aiutino a mantenere alta la vigilanza del bambino stimolando la sua motivazione e introducendo la dimensione del confronto con l’altro. La partecipazione dei piccoli all’argomento, oltre a migliorare la contestualizzazione di loro stessi all’interno della situazione, permette loro di sviluppare contemporaneamente un pensiero riflessivo che agisca da rinforzatore della loro presenza fisica e gli permetta di riconoscere il loro successo individuale all’interno dell’ambito trattato.
Un ruolo cruciale per lo sviluppo dell’attenzione sostenuta è attribuibile anche all’insegnamento considerato come sistema di cui il bambino è oggetto. Le modalità per contribuire attivamente attraverso i propri metodi didattici sono svariati e si rivolgono principalmente all’atteggiamento dell’educatore e alla sua capacità di coinvolgere l’alunno: per invogliare i bambini all’ascolto sarebbe auspicabile assumere un atteggiamento capace di destarne il più possibile l’attenzione, ricorrendo a frequenti modulazioni del tono vocale, accompagnati da una mimica coinvolgente e da richiami costanti all’ascolto. E’ ovviamente consigliabile sottoporre i bambini ad attività accattivanti, piacevoli, semplici ma non banali, che si prestino all’introduzione di domande che invitino alla speculazione, in maniera da coinvolgerli attivamente nella creazione del contesto. Proporre obbiettivi plausibili, magari dividendo il compito in piccole parti completabili in momenti diversi, aiuterà il bambino a sentirsi all’altezza della situazione, migliorando la sua percezione di se e fornendogli nuova fiducia riguardo alle proprie capacità. Rinforzare l’autostima del piccolo attraverso un rinforzo positivo che elogi la strategia adottata gli permetterà di apprezzare i propri miglioramenti, offrendogli la consapevolezza di poter migliorare le proprie capacità attentive e favorendo un atteggiamento attivo riguardo il loro potenziamento.