Altruismo: 3 Favole che lo insegnano ai bambini

L’altruismo è una cosa fondamentale da insegnare ai bambini e serve a far capire loro che pensare al benessere altrui fa bene soprattutto a se stessi. Ogni bambino nell’ascoltare le favole sviluppa maggiormente e precocemente il significato delle parole e del linguaggio in genere, fin dall’asilo nido. Abituare il piccolo ad appassionarsi ai racconti lo spronerà a leggere anche da solo appena sarà in grado di farlo.

Di seguito troverete 3 favole che insegnano l’altruismo.

Il dottore della strada

In una graziosa casa in campagna viveva una famiglia. Giovanni e Assunta erano i genitori di tre bellissimi bambini, Marcella, Silvano e Mara. Marcella era la più grande e le piaceva accudire gli animali della fattoria: galline, conigli e cagnolini. Silvano era un bambino molto rumoroso, correva sempre e rompeva tutto quello che gli capitava per mano. Mara era molto timida e amava stare in camera a giocare con le sue bambole.
La mamma Assunta si occupava della casa e dei suoi bambini mentre papà Giovanni faceva il dottore nel più famoso ospedale della città. Tutte le mattine Giovanni andava a lavorare e rientrava all’ora di cena ma una sera l’auto si fermò e non volle più saperne di ripartire allora si incamminò a piedi verso casa. Strada facendo Giovanni si rese conto delle tante vetrine colorate e delle persone felici sedute nei ristoranti ma quello che attirò la sua attenzione fu un uomo seduto per terra che chiedeva qualche monetina ai passanti, era un povero, magro e malato. Giovanni si avvicinò e lo portò a casa con sè. Assunta gli preparò un’ottima bistecca e Marcella, Silvano e Mara giocarono con lui.
Da quella sera Giovanni torna in quella strada tutte le sere e cura le persone povere.

Il compleanno di Pietro

Luca era un bambino con molti amici. Tutti i giorni stava in compagnia dei i suoi compagni di asilo. Nei pomeriggi soleggiati le mamme e i papà li accompagnavano al parco e i piccoli giocavano con gli scivoli e le altalene. Tutto il parco si riempiva di risate e urla di gioia. Nelle giornate fredde e piovose si davano appuntamento a casa di un bambino o dell’altro e le mamme preparavano deliziose torte e biscottini per la merenda.
Una mattina arrivò all’asilo un bambino che si era appena trasferito nel paese. Tutta la classe lo guardava con occhi increduli perché Pietro, questo era il suo nome, indossava dei pantaloni sgualciti e una maglia con tanti buchi. Pietro era un bambino molto timido e passava le sue giornate sempre da solo, anche all’asilo stava sempre in disparte.
Un giorno la maestra Luisa diede da svolgere un disegno dal titolo
“Il regalo che vorrei”. Pietro disegnò una bellissima torta colorata con sopra cinque candeline accese e tanti bambini allegri e sorridenti. Tutti i bambini scoprirono che, dopo due giorni, Pietro avrebbe compiuto cinque anni e che non aveva mai festeggiato il suo compleanno. Fino a quel momento Luca pensava che fosse normale avere una torta e gli amici al proprio compleanno allora, appena tornato a casa, raccontò la storia di Pietro alla sua mamma. Bastarono poche ore a tutti i genitori e bambini per organizzare una bellissima festa a sorpresa. Dopo due giorni Pietro entrò all’asilo e udì un coro intonare la canzone “Tanti Auguri a te”.
Sul tavolo c’era una gigantesca torta alle fragole e panna con le cinque candeline e tanti pacchetti regalo per lui. Pietro ringraziò tutti perché non era mai stato così felice in tutta la sua vita.

Buby la mamma gatta

Buby era una bellissima gatta persiana di colore bianco latte e dal pelo lungo e morbido. Viveva in una fattoria in campagna tra la natura e tantissimi animali: cani, caprette, asinelli e conigli. Da qualche giorno era diventata mamma di tre splendidi gattini: Jak, Meo e Willis che lei curava con tutto l’amore di una mamma. Anche l’unica cagnolina della fattoria, Polpetta, era diventata mamma di un cucciolone e lo chiamò Popy. Ma un giorno Polpetta sparì, tutti si misero alla sua ricerca per giorni e giorni ma nulla, non venne mai più ritrovata. Il suo piccolo Popy era triste, anche se i suoi padroni lo coccolavano e cercavano di farlo mangiare non reagiva, gli mancava la sua mamma.
Dalla sua cesta Buby vedeva tutto ed era dispiaciuta per il cagnolino allora iniziò a miagolare tanto forte che tutti pensarono fosse impazzita. Popy incuriosito si avvicinò e Buby iniziò a lavarlo tutto, poi lo allattò insieme ai suoi piccoli. Tutti rimasero colpiti nel vedere che Buby aveva adottato Popy come suo figlio.
Da quel giorno jak, Meo, Willis e Popy giocano insieme come dei veri fratelli e Buby li ama tutti allo stesso modo.

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