Spesso, la vita dei bambini può essere sconvolta da un lutto in famiglia. Che sia la perdita di un nonno o di un parente lontano, la morte solleva sempre molti dubbi nella mente dei bambini, ed è importante rispondere in maniera adeguata alle loro domande per facilitare l’elaborazione e il superamento del trauma. Anche quando le domande sono poste in modo teorico o curioso, senza un evento scatenante, è fondamentale affrontare l’argomento e non trattarlo come un tabù. L’educazione alla morte fatta in maniera sensibile fin dall’età prescolare, verso i quattro o cinque anni d’età, farà una grande differenza nella crescita e nello sviluppo del bambino, portandolo a vivere in maniera più serena e consapevole i lutti anche nella sua vita futura. Le ricerche pedagogiche e l’esperienza degli psicologi infantili offrono valide proposte per rispondere in maniera appropriata alle domande più difficili. Se ti è capitato di sentire un bambino nella tua Scuola dell’Infanzia fare domande come “Cosa succede dopo la morte?”, “Dove si va quando si muore?”, “Dove si trova adesso il nonno, perché non torna più?”, qui di seguito troverai un valido aiuto per formulare delle risposte adeguate.
– Rispondere in modo sincero alle domande sulla morte
Nella vita di ogni giorno, spesso il tema della morte è evitato, e se viene trattato viene quasi sempre seguito da scongiuri o esorcizzazioni. In particolare, la morte non è quasi mai nominata di fronte ai bambini, perché si teme che possa turbare la loro spensieratezza o che possa creare apprensioni eccessive. Questo atteggiamento però finisce per influenzare negativamente i bambini. Se è risaputo che a livello neurologico i bambini sotto i tre anni di età negano la scomparsa definitiva e l’interruzione della vita, durante il loro sviluppo cognitivo ed emotivo incontreranno inevitabilmente questo argomento e rischiano di essere impreparati. Per evitare che i bambini subiscano un trauma forte in caso di lutti improvvisi, è consigliabile sensibilizzarli a questo evento di passaggio in modo graduale e guidato, senza essere evasivi, raccontare bugie, sviare l’argomento o rimandare le delucidazioni a più tardi. Nell’educazione infantile, fra gli altri argomenti affrontati da genitori ed educatori, è opportuno insegnare al bambino fin dalla più tenera età che è possibile superare anche un evento drammatico come la morte e che la vita continua.
– Come spiegare ai bambini il significato della morte
Nella pratica, le risposte alle difficili domande dei bambini sulla vita e sulla morte devono essere tarate sulla sensibilità, il modo di pensare e il contesto formativo del bambino e della sua famiglia. Se i genitori e la Scuola dell’Infanzia hanno radici religiose, ci si potrà supportare con la fede e il credo per rispondere in maniera costruttiva ai bambini. La religione mette a disposizioni molte storie positive sulla morte che possono essere raccontate ai bambini come metafora. Inoltre, la fede può rovesciare un evento drammatico in un messaggio di speranza: si potrà dire al bambino che i defunti si ritrovano insieme dopo la morte in Paradiso, oppure che i cari venuti a mancare sono tornati dalle persone a cui volevano bene.
Se l’istituto e la famiglia decidono invece di tenere un approccio laico e ateo, si possono comunque fornire risposte confortanti senza dover cedere a messaggi crudi. Si può proporre una prospettiva positiva di proseguo della vita dopo la morte che non menzioni l’immaginario religioso, utilizzando i concetti di ricordo e memoria. Ai bambini, quindi, si potrà rispondere attraverso perifrasi indirette che i defunti continuano a starci vicino con l’affetto e gli insegnamenti che ci hanno trasmesso in vita, nonostante non siano più presenti fisicamente. Si potrà confortare il bambino dicendo che, sebbene non potremo incontrare di nuovo i cari perduti in questa vita, il loro ricordo continua a vivere con noi come un segno che va oltre la semplice esistenza temporanea. Un buon modo di formulare la risposta è usare espressioni come: “I nostri cari vivono nel nostro cuore finché ne manteniamo il ricordo, anche se non possiamo più vederli”, così da incentivare il ricordo positivo del defunto nel bambino.
– Rispondere alle domande sulla morte attraverso le storie
Un modo delicato per parlare della morte con i bambini è l’utilizzo di storie di fantasia. Come per molti altri ambiti, le storie forniscono il contesto perfetto affinché il bambino possa apprendere concetti nuovi in maniera controllata e graduale. Si potranno trovare storie consolatorie per i bambini che affrontano lutti importanti nella lunga tradizione educativa favolistica. Ad esempio, si può raccontare che le persone venute a mancare diventano stelle, così che temporaneamente il bambino possa essere confortato nei propri sentimenti di mancanza alzando gli occhi al cielo. Oppure si può usare una metafora naturale, come il ciclo stagionale della vegetazione, per spiegare che l’albero continua a vivere nonostante le foglie cadute.