Il gioco come forma di apprendimento

Il gioco è una cosa seria!

Non bisogna scomodare lumi del pensiero come Piaget o Vygotskij per comprendere questa verità assoluta. Osserva ad esempio una bambina che gioca con la sua Barbie o un bimbo intento ad esplorare le cime del temibile Monte Sconosciuto. Osserva l’intensità del loro sguardo e dei loro gesti, le loro intenzioni. Sai cosa stai guardando? Una rappresentazione della realtà.

Proprio in quel momento, in quel preciso istante, il bambino sta imparando una cosa che non troverà mai sui libri: il mestiere di vivere. Del resto ci sarà un motivo se lo stesso Platone era solito affermare che i fanciulli vanno educati con il gioco e non con la costrizione. La dimensione ludica è il terreno fertile attraverso il quale il bambino diventa grande, prende le misure con questo pazzo mondo. Impara a conoscere, a verbalizzare e soprattutto impara una cosa fondamentale, la socializzazione. Il passaggio dall’Io al Tu, i ruoli e i sentimenti degli altri sono i principi rudimentali dell’entrata nella società e il bambino li sperimenta senza sosta nella fase ludica.
Sai che già dai primissimi mesi di vita puoi giocare con il tuo bambino? È facile, basta sapere come fare! Di seguito potrai trovare un’ideale classifica dei migliori giochi da proporre per fascia d’età.

Da 0 a 12 mesi

I primi mesi di vita sono il regno incontrastato del gioco solitario. Non c’è nessuna interazione con l’altro perché il bimbo è proiettato nell’esplorazione del sè. Il bimbo impara a conoscere le proprie sensazioni come la fame e il sonno, inizia a capire i confini del proprio corpo, a percepirli. Ci sono dei giochi bellissimi che puoi realizzare, per pochissimi minuti, durante questo periodo. I migliori sono:

1) Il gioco del tatto

Il gioco come forma di apprendimento, nel primo anno di vita, è fondamentale e assume le vesti del contatto. Il bimbo va accarezzato durante l’allattamento, durante i cambi di pannolino, va massaggiato durante il bagnetto e portato dentro la fascia durante le passeggiate. I confini tra il suo corpo e l’oscura materia che è altro da sé si definiscono di settimana in settimana. Verso i sei mesi, la fase del gioco solitario può essere aiutata da tanti piccoli accorgimenti. Appena il bimbo riesce a star seduto, può essere una simpatica idea quella di proporgli il gioco del cestino. Riempi questo fantomatico cestino di oggetti di varia natura: ruvidi, morbidi, duri e aiutalo a toccarli e a tirarli fuori. Una vera e propria caccia al tesoro sensoriale! Verso gli otto mesi questi oggetti andranno su un tappeto colorato come invitanti e simpatiche sirene per spingere il bimbo al movimento autonomo.

2) Il gioco della vista

Mettilo a pancia all’ingiù e posiziona un piccolo pallone coloratissimo davanti a lui. Vedrai che tenterà di prenderlo, pur stancandosi subito. Prova a fare questo giochino per sessanta secondi alla volta. Poco e piano è il segreto del mondo ludico del neonato. Il bambino inizia la sua esplorazione, seppur rudimentale, del mondo circostante e impara a conoscere un elemento fondamentale, che sarà per lui il faro in mezzo a tanta confusione: il viso della mamma. Il bimbo guarda quei tratti familiari e sorride. Mettigli uno specchio davanti, dopo averlo posizionato a pancia all’ingiù. Per pochi attimi, invitalo a giocare con la sua immagine e poi fallo riposare. Procurati una girandola colorata e falla girare lentamente davanti ai suoi occhi, ne sarà affascinato e tu vedrai una delle prime meravigliose conquiste del bimbo: riuscire a seguire un oggetto con lo sguardo!

3) Cantiamo le filastrocche

Hai presente quella canzoncina che fa “Questa è la danza del serpente, viene giù dal monte” oppure quella “La macchina del capo ha un buco nella gomma”? Ebbene, queste piccole filastrocche hanno un ruolo fondamentale. Non solo rassicurano il neonato grazie all’emissione di suoni gradevoli ma, accompagnando ogni strofa con movimenti dedicati, aiutano lo sviluppo motorio del bambino. Non stancarti di proporlo, fallo finché puoi: la ripetizione allena e rassicura!

Da 12 mesi a 3 anni

Intorno all’anno, il piccolo fanciullo entra nella fase del gioco parallelo, che durerà fino ai tre-quattro anni circa. Il bimbo gioca in contesti comuni con altri bambini, ma fondamentalmente il gioco rimane ancora individuale. È la fase egocentrica, è il momento dei “terrible two”, è il momento dei no sparati a raffica come se non ci fosse un domani. Sai cosa sta facendo il bimbo? Sta prendendo le misure, sta cercando un posto nel mondo. Il nostro piccolo eroe gioca accanto ad altri fanciulli, non insieme. Questa è il cuore di questa fase così importante. Sai qual è il suo gioco preferito verso la fine del primo anno? Afferrare gli oggetti e tirarli lontano oppure sbatterli forte l’uno contro l’altro. Il re sta affermando il suo dominio sull’ambiente! Tra i vari giochi, ce ne sono due carini e molto istruttivi.

1) Il Gioco Euristico: memory fai da te

Il gioco euristico è il gioco della scoperta, come dice il suo stesso nome, e dell’esplorazione. Il bambino, attraverso il momento ludico, inizia a conoscere e a capire i meccanismi del mondo circostante. Proponi un memory casalingo, molto più elementare di quello con le carte, da riservare in un secondo momento. Metti sul tappeto due cucchiai, due cannucce, due libri piccoli, due giochini identici in ordine sparso. Utilizza tutto quello che ti suggerisce la fantasia e invita il bambino a ricomporre le coppie. Movimento, vista e coordinazione sono stimolate a dovere grazie anche alla tua rassicurante presenza.

2) Il gioco della borsa misteriosa

Procurati una serie di oggetti che fanno rumore e nascondili dentro una borsa. Mentre il bimbo è seduto sul tappeto, inizia a far suonare un oggetto e invita il fanciullo a riconoscere il suono e l’oggetto. Racconta il gioco come se fossi un’eroina dei cartoni, mantieni un tono di voce che desti sorpresa e incredulità. Attraverso questo piccolo accorgimento stimolerai la crescita di una sensazione basilare, senza la quale l’essere umano non potrebbe progredire: la curiosità.

Da 4 a 99 anni

Dopo i quattro anni il gioco cambia. Dapprima assume una forma associativa. I bambini giocano con gli altri per realizzare dei giochi privi di regole e senza ruoli precisi. Corrono insieme, ad esempio, oppure saltano in totale e completa autonomia. L’ultimo stadio è quello più complesso e “maturo” ovvero il gioco cooperativo. In questa fase vedrai i piccoli fanciulli organizzarsi in ruoli e darsi delle regole. Questo periodo coincide con l’inizio della scuola e con un maggior impegno cognitivo del bimbo. Inizia a prendere le distanze con i giochi “infantili” degli altri stadi e si tuffa in questa nuova dimensione. Questo è il momento ideale per i giochi di squadra. Chiassosi e divertenti, allenano il ragazzo alla condivisione di obiettivi, risultati e al comportamento sociale

1) Palla prigioniera

Un classico dei giochi di squadra e sempre gradito ai bambini. I ragazzi sono divisi in due squadre. Scopo del gioco è quello di colpire l’avversario tramite una palla. Il ragazzo colpito sarà prigioniero dell’altra squadra. Vince la squadra che colpisce più avversari o, se preferisci la versione a tempo, chi allo scadere del tempo fissato ha imprigionato più avversari.

2) Rubabandiera

Dividi i ragazzi in due squadre. Assegna a ciascuno di loro un numero o una lettera. Mettiti al centro con un fazzoletto in mano e chiama il numero. I giocatori delle due squadre, contraddistinti da quel numero, dovranno correre verso di te e cercare di prendere al volo il fazzoletto. Vince la squadra che prende più fazzoletti.

Questi sono solo esempi di alcuni classici giochi, la creatività e la fantasia delle educatrici è senza dubbio l’arma migliore per inventare nuovi divertenti giochi da fare a casa, ma anche all’asilo nido ed alla scuola dell’infanzia.

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