Lavorare in un asilo nido o in una scuola dell’infanzia non è così semplice come credono molti non addetti ai lavori, che considerano questa attività divertente e poco faticosa. Chi svolge questa professione quotidianamente sa bene invece quanta energia, dedizione e passione occorra impiegare per ottenere dei buoni risultati educativi, garantendo il benessere dei bambini e stimolando costantemente la loro crescita ed il loro apprendimento.
Uno degli aspetti più delicati è quello della disciplina, vero e proprio fattore cardine della giornata di lavoro in qualsiasi contesto educativo. Le educatrici e gli educatori più navigati conoscono i trucchi, le strategie e le misure più efficaci per farsi obbedire senza necessariamente perdere la voce (e farsi venire una crisi di nervi), creando così un’atmosfera accogliente e serena, sia per i bambini che per il personale della scuola. Va premesso in ogni caso che un buon insegnante, formatore od educatore dovrà a volta fare un utilizzo convincente e deciso della voce, anche se solo in alcuni casi. Strillare continuamente per ottenere obbedienza non è sicuramente il metodo giusto per guadagnare credito, sia dai bambini come dagli adulti. Il principio che non va mai dimenticato è il seguente: essere autorevoli (ossia degni di stima e rispetto perché coerenti e ragionevoli) è ben diverso dall’essere autoritari (e quindi rigidi, severi e “tonanti”). Detto questo, ecco qui di seguito alcune efficaci strategie per sopravvivere senza strillare in presenza di gruppi di bambini vivaci e pieni di energie. Inizieremo fornendo alcune indicazioni per la gestione di gruppi numerosi (massimo 30), per poi focalizzarci sul rapporto 1 a 1.
Tecniche da applicare con grandi gruppi
– Se vogliamo preservare la nostra voce, sarà utile a volte sostituirla con uno strumento musicale, come un tamburello o un campanellino. I bambini dovranno essere invitati ad associare il suono di tali strumenti a delle particolari azioni da effettuare o semplicemente al riporre attenzione alle parole della maestra. Al fine di consolidare questo metodo, si consiglia di adottarlo con pazienza e perseveranza per più giorni consecutivi, fino a quando non verrà “metabolizzato” dal gruppo.
– Nei momenti più concitatati, quando i bambini sono impegnati in attività rumorose e si ha bisogno di conquistare la loro attenzione per iniziare un nuovo compito, è utile proporre dei giochi che coinvolgono l’impiego delle mani: ad esempio, si invitano i bambini a tenere le braccia alzate, successivamente si propongono nuove posizioni, ed infine si giunge alla fase finale, seduti con le braccia conserte. In questo modo, i piccoli si ritroveranno (quasi inconsapevolmente) seduti ed in silenzio, e la maestra avrà sfruttato la fase del gioco per ottenere una situazione di attenzione, propedeutica per l’inizio di una nuova attività in piena tranquillità.
– Un fischietto può rivelarsi un fedele alleato in una scuola dell’infanzia. Similmente al metodo degli strumenti musicali, sarà opportuno creare dei codici associati a delle azioni specifiche: un fischio potrà essere legato al compito di riordinare la stanza, due fischi inviteranno i bambini a sedersi e così via.
– Invece di aumentare il tono della voce, se si è dotati di un buon talento canoro, si potranno intonare delle apposite canzoni dedicate a precisi momenti della giornata, come lavarsi le mani, recarsi in mensa per il pranzo, riordinare la sala dei giochi, prepararsi per il racconto di una storia ecc. Quando si canta in modo “educato”, la gola ed i muscoli vocali vengono sottoposti a sforzi minori ed in più il canto (sempre se piacevole) contribuisce a creare un’atmosfera più conviviale e rilassata.
Metodi per il rapporto 1 a 1
La relazione bambino-educatore richiedere l’utilizzo di tecniche differenti rispetto a quelle impiegate nel contesto di gruppo. Per conquistare l’attenzione del bambino senza alzare il tono della voce, è necessario rispettare pochi ma importanti principi:
– spesso gli adulti si dimenticano che i più piccoli vedono il mondo dal basso verso l’alto. Occorre quindi ricordarsi di mettersi all’altezza del bambino quando si vuole interagire con lui, inginocchiandosi o sedendosi in terra e guardandolo negli occhi;
– al momento di impartire un ordine, è sempre utile prendergli le mani, con delicatezza ma allo stesso tempo con fermezza e convinzione: questa semplice azione sarà più efficace di rimproveri o minacce di punizioni.
– se il bambino è adirato o turbato, si consiglia di rapportarsi con un tono empatico, assicurandolo che si è consapevoli del suo stato ma sottolineando l’esigenza di effettuare un’azione precisa (“so che sei adirato, ma ora è necessario che tu faccia questo”).
– In casi di particolare agitazione (pianti, ansia, iperattività), si suggerisce di tenere il bambino per una mano, mentre con l’altra si procederà a massaggiargli dolcemente il petto, invitandolo a respirare con il naso.
In conclusione, è bene ribadire che queste tecniche potranno aiutare a gestire il gruppo o il rapporto con i singoli bambini, ma non devono essere considerate come delle bacchette magiche applicabili a qualsiasi situazione. I validi professionisti dell’educazione sono consapevoli come ognuna di queste strategie vada accostata ad ulteriori fattori, come il buon senso, l’esperienza, la capacità di leggere ed interpretare le diverse situazioni e la motivazione ad innovarsi e migliorarsi costantemente.