Consigli per gli educatori su come affrontare l’acatisia in modo corretto

Sempre più spesso l’educatrice, al giorno d’oggi, acquisisce notevole importanza nella corretta crescita di un bambino. Ancor di più se si tratta di situazioni particolari come l’acatisia, ovvero quando ha a che fare con bambini iperattivi. Non mancano di certo i casi e perciò bisogna fare sempre attenzione ad utilizzare l’approccio più corretto possibile per stimolarne l’apprendimento e fare in modo da gestire il suo disturbo sia all’asilo nido che alla scuola dell’infanzia.
Il primo approccio che un’educatrice deve utilizzare verso bambini iperattivi è quello della comprensione. Dunque non bisogna vivere il disturbo del bambino in maniera pesante ed opprimente, bensì cercare di integrarlo il più possibile nel contesto di una classe. Un aspetto di cui bisogna tener conto è quello dell’incapacità di autoregolazione da parte di questi bambini: questo vuol dire che non sono in grado di gestire emozioni e comportamenti, ma soprattutto di percepire pericoli o situazioni difficoltose. Ecco perché bisogna porsi in un atteggiamento di ascolto nei confronti di questi bambini che dovranno così acquisire fiducia verso la propria educatrice. Questo è un passo importantissimo perché garantisce la possibilità di migliorare effettivamente il suo rapporto con la scuola e con la classe.
Inoltre un altro aspetto fondamentale e che può garantire l’integrazione e la maturazione del bambino con acatisia è quello di farlo sentire apprezzato. Tale elemento è essenziale in quanto il bambino iperattivo si sentirà in totale fiducia con la propria educatrice e perciò anche nel momento in cui verrà sgridato non se la prenderà ma ascolterà ciò che lei gli dice. In questo modo può davvero migliorare la vita del bambino all’interno della classe e soprattutto potrà imparare a gestire meglio anche i suoi atteggiamenti. Senza dimenticare che utilizzare questo tipo di approccio sarà particolarmente utile alle insegnanti anche nello gestire la propria rabbia nei confronti di queste situazioni. D’altronde proprio questi casi possono causare problemi di umore nelle educatrici e anche portarle a scoraggiarsi: creando un rapporto di sintonia con il bambino ciò sarà impossibile grazie ad una fiducia reciproca che col tempo sarà possibile costruire ed anche incrementare.
Diventa importante per un’educatrice anche avere il bambino iperattivo sotto il proprio sguardo in classe. Dunque sarà preferibile fare in modo da averlo al primo o al secondo banco. Ciò non è legato all’intenzione di tenerlo sotto controllo o di opprimerlo, ma semplicemente continuare in quella complicità che si può venire a creare. Col tempo sarà possibile accorgersi che può bastare anche un semplice sguardo per fare in modo che lui capisca di essere in errore. Proprio i giochi di sguardi saranno fondamentali anche per favorire la maturazione del bambino che si sentirà apprezzato e soprattutto considerato dall’insegnante. Tale aspetto è essenziale anche per l’integrazione e la socializzazione di quei bambini con acatisia. Infatti essere ai primi banchi gli permetterà di essere in vista e anche di creare una certa sintonia con il resto della classe. L’educatrice potrà così tenere sotto controllo anche il rapporto che questi bambini possono creare con il resto della classe, gestendo al meglio eventuali situazioni di instabilità o problematiche.
Proprio l’aspetto della socializzazione può rivelarsi molto utile nella maturazione dei bambini con acatisia. Infatti la loro integrazione nel contesto di una classe li farà sentire apprezzati e soprattutto garantirà la fiducia in loro stessi. Ecco perché diventa fondamentale fare in modo che ci siano quante più possibilità di rapporti con altri componenti della classe. Ma l’educatrice dovrà fare ben attenzione a evitare che il bambino iperattivo possa stare troppo spesso a contatto con bambini vivaci, soprattutto durante le ore di lezione. Ciò non vuol dire che vanno separati, ma in particolare durante le lezioni è sempre meglio fare in modo da stimolare la concentrazione di tutti. Quello che il bambino iperattivo dovrà arrivare a capire è che esiste un tempo per scatenarsi e dare spazio a tutta la sua voglia di gioco e di essere attivo e un altro in cui ascoltare ciò che gli viene detto. Infatti per un bambino iperattivo avere al suo fianco bambini tranquilli sarà di stimolo e soprattutto da esempio positivo che proveranno col tempo ad emulare ed imitare.
Ma l’educatrice che si trova a dover gestire situazioni di bambini con acatisia dovrà tener conto anche di un approccio particolare per le attività didattiche. Il bambino iperattivo infatti potrebbe avere non poche difficoltà a concentrarsi in ciò che sta facendo. Non va sgridato ripetutamente né sottoposto a stress che potrebbe soltanto peggiorare la situazione. Ecco perché bisogna cercare di dare delle pause programmate alle ore di lezione in maniera tale che lui possa ricaricarsi, anche mediante il gioco con i compagni, e tornare ad ascoltare la propria educatrice. Inoltre si potrebbe anche pensare di far fare ai bambini delle attività programmate dall’educatrice durante le pause. Questo permetterebbe ai bambini con acatisia di iniziare a comprendere il senso di limite e soprattutto di dover rispettare ciò che l’educatrice propone. Senza dimenticare che proprio attraverso il gioco con i compagni, magari con attività programmate, anche il suo modo di fare migliorerà e cercherà di passare quanto più tempo possibile nella classe a contatto con compagni tranquilli e che vedrà come esempi.
Ovviamente un’educatrice potrebbe avere non poche difficoltà nello stabilire un rapporto utile con il bambino iperattivo a scopi didattici. Spesso l’apprendimento può diventare complesso e il bambino è più portato a seguire la sua indole vivace e soprattutto poco dedita alla concentrazione. Ecco perché un’educatrice potrebbe pensare di responsabilizzarlo nell’ambito di una classe: un esempio potrebbe essere quello di affidargli qualche compito importante come, ad esempio, quello di rappresentante della classe. Si tratta di qualcosa di simbolico che lo stimoli ad avere una maggiore attenzione anche nei confronti degli altri componenti della classe. Si potrebbe anche pensare ad una tecnica puramente didattica di responsabilizzazione del bambino iperattivo. Perciò la soluzione ideale potrebbe essere quella di pensare a tecniche di autocorrezione. Un’idea vantaggiosa potrebbe essere una sorta di gioco o caccia all’errore che gli permetterà di vedere il compito svolto come un qualcosa per cui valga la pena essere apprezzato. Questo approccio farà in modo che il bambino senta la fiducia della propria educatrice e abbia soprattutto voglia di dimostrare di essere stato bravo.
Bisogna comunque tener conto che un bambino che soffre di acatisia non sempre riesce a rispettare le regole di buon comportamento. E ciò non è sempre legato a maleducazione, ma semplicemente ad una sua indole che tende ad avere il sopravvento. Sarebbe perciò preferibile per un’educatrice evitare di imporre le regole ma concordarle assieme alla sua classe e quindi anche assieme a quei bambini iperattivi. Ciò nella loro mente farà scattare l’idea di dover rimanere entro certi limiti e dunque migliorerà anche il loro modo di comportarsi sia verso l’educatrice che verso gli altri compagni. Le regole non vanno mai imposte da parte della figura educativa anche perché in questo modo ella assumerà un senso quasi materno e che dai bambini verrà percepito positivamente. Ciò non vuol dire che il bambino iperattivo che trasgredisce le regole va severamente punito: ecco perché è meglio sfruttare un approccio positivo e mai eccessivamente severo che possa farlo sentire oppresso e dunque lo porterà a dare ampio spazio alla sua indole.

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