Avere a che fare con genitori apprensivi e molto ansiosi può essere faticoso e impegnativo. Il genitore che proietta sul proprio bambino le sue paure e le sue più grandi ansie e va in agitazione per ogni piccolo problema, non è sempre facile da rassicurare e gestire. E’ molto comune incontrare questa tipologia di mamma o papà quando si lavora con i neonati. A volte è presente, soprattutto nella figura materna, un po’ di depressione post partum o il senso di colpa del dover tornare a lavorare e lasciare il proprio bimbo in mani estranee. E’ un fenomeno comune soprattutto nelle primipare, che per la prima volta si separano dal bambino, lasciandolo al Nido.
L’apprensione ha spesso cause profonde
Nella maggior parte dei casi, l’essere particolarmente ansiosi riguardo i propri figli, è un problema che ha radici profonde e retroscena importanti. I genitori apprensivi sono spesso mamme o papà single, che vivono una situazione emotiva complicata e che hanno dovuto mettere in discussione il proprio matrimonio e la propria coppia. Inevitabilmente, una situazione del genere, porta a mettersi in dubbio anche come genitore, facendo nascere l’irrazionale e continua paura di non essere all’altezza, di fallire, di fare qualcosa che possa compromettere anche il rapporto col proprio bambino.
Un’altra causa potrebbe essere un carattere fragile e insicuro di fondo, tipico delle persone non serene, che si sentono o si sono sempre sentite poco apprezzate e valorizzate.
Potrebbero esserci anche motivazioni oggettive in un comportamento genitoriale eccessivamente protettivo: è il caso dei piccoli nati prematuri o che abbiano avuto un qualche importante problema nei primi mesi di vita o, ancora, nati da una gravidanza stressante e complicata o da un’esperienza di parto negativa e affrontata con superficialità e poca umanità da parte del personale medico.
E’ importante considerare che un genitore troppo preoccupato è una persona che soffre e vive un tormento interiore. Non si comporta in questo modo per poca fiducia nei nostri confronti o perchè non ha rispetto nel nostro lavoro ma è una questione di incapacità di gestione e razionalizzazione dei sentimenti d’amore profondi e, spesso, nuovi verso il proprio bambino.
A volte, inconsciamente, possono giocare un ruolo determinante anche degli inconsci sentimenti di gelosia: l’idea che il bimbo, così piccolo e non ancora in grado di dimostrare pienamente la sua interazione, possa affezionarsi alle educatrici, fa sentire la mamma messa da parte e minacciata nel suo ruolo.
Sicurezza e competenza
Mostrarsi sicure e tranquille è il primo passo per tranquillizzare e conquistare la fiducia di un genitore alle prese con l’ansia da distacco o con le paure sul benessere del bambino. Dare un’impressione di calma e di competenza trasmette il messaggio che tutto è e resterà sotto controllo. E’ caldamente sconsigliato cercare di sminuire o, peggio, ridicolizzare le paure di un genitore preoccupato, anche quando queste possono sembrare, effettivamente, ridicole. Piuttosto cerchiamo di essere empatiche e collaborative, facendo chiaramente capire che noi stesse abbiamo a cuore la salute e il benessere del piccolo e che faremo tutto quanto il necessario per garantirgli qualsiasi tipo di attenzione e cura gli serva per fargli trascorrere serenamente le ore al Nido. Se necessario, lasciamo un recapito al quale la mamma o il papà potranno telefonare, almeno i primi giorni, per concedere una rassicurazione in più e aggiornarli su quanto stia andando tutto benissimo. Utilizziamo sempre un tono di voce e un linguaggio del corpo che infondano tranquillità e sicurezza. Ascoltiamo con partecipazione tutti i dubbi e le domande che il genitore si pone e ci pone e cerchiamo di dare risposte precise e pacate.
Aiutare un genitore apprensivo a ridimensionare senza minimizzare
Se, da un lato, è necessario non sminuire le preoccupazioni di una mamma o un papà apprensivo, dall’altro è necessario tentare di aiutare questi genitori a non vivere le ore dell’asilo nido come una preoccupazione o un trauma, anche per evitare che riversino questo sentimento sul loro bambino, compromettendo il suo inserimento all’asilo. Con dolcezza e delicatezza, cerchiamo di far capire loro che lasciano il proprio figlio in mani sicure e competenti. Lasciamo che guardino ed esplorino liberamente la struttura, il lettino dove il bimbo dormirà, i giochi che gli saranno proposti e che osservino per qualche minuto il nostro comportamento con gli altri piccoli. Spieghiamo chiaramente il nostro metodo educativo e di lavoro e facciamo esempi concreti di attività che proporremo durante la giornata. Forniamo ogni giorno un resoconto allegro e spensierato di tutte le cose positive successe: cosa il piccolo ha mangiato, quante volte è stato cambiato, quanto ha sorriso facendo quel determinato gioco. A poco a poco i genitori si rilasseranno, acquisteranno fiducia e cominceranno a vederci come ottime alleate per il benessere del loro bambino e non figure giudicanti o con le quali mettersi a paragone per capacità.