Con la fine dell’asilo, i bambini salutano la prima infanzia per passare alla scuola elementare dove tutto sarà diverso. Un periodo un pò complesso e delicato, che riguarda quei bambini di un’età compresa tra i 4/6 anni.
Il principale obiettivo dell’ ultimo anno di scuola dell’ infanzia è quello di accompagnare lentamente il piccolo nel passaggio rendendogli meno dura questa fase delicata e fondata sull’apprendimento.
Per gli allievi della materna serve una buona dose di coraggio e il distacco dalle braccia dei genitori e dalle maestre della scuola d’infanzia comporta uno sforzo non indifferente che richiede buona volontà e un certo spirito di adattamento. Gli educatori si devono sforzare di far comprendere al bambino che sta per entrare in una fase dove incontrerà i veri amici che arrivano proprio con la scuola elementare che è un nuovo mondo dove socializzeranno e cominceranno ad essere indipendenti.
La differenza tra scuola dell’infanzia e scuola primaria non sta solo nel fatto, che il bambino inizierà a rapportarsi con materie ed insegnanti nuovi; ma sarà diverso soprattutto il comportamento da tenere in classe. Dove il bambino non sarà più libero di gironzolare nell’aula, ma per alzarsi dovrà chiedere il permesso, che in classe dovrà ascoltare gli insegnanti e prestare attenzione, e quindi fare silenzio; che i giochi lasciano spazio agli esercizi da svolgere in classe.
Per essere pronti alla nuova scuola, nei mesi che precedono l’inizio della prima elementare ai bambini va insegnato, innanzitutto, che:
– mentre gli altri parlano bisogna fare silenzio per poi rispondere;
– si sta seduti a tavola mentre gli altri stanno mangiando.
L’ultimo anno di asilo, sarà quello in cui i bambini, con l’aiuto dei genitori a casa e dell’educatrici a scuola, dovranno imparare a rispettare delle regole, e approcciarsi alla nuova realtà che li aspetterà.
Nell’ultimo anno, l’educatrice, dovrà prendere le “distanze” e mettere i bambini sullo stesso piano, senza fare distinzioni; questo perché all’elementari gli insegnanti sono più freddi e distaccati. Il distacco non dovrà essere improvviso, in quanto provocherebbe senso di abbandono nel bambino; ma graduale.
L’educatrice, con il tempo, dovrà far capire al bambino che a scuola dovrà fare determinate cose da solo, come ad esempio andare in bagno, oppure capire che non si predilige più la teoria della condivisione, ma che certe cose sono degli altri e per usarle bisogna chiedere il permesso; senza fare capricci.
L’educatrice, inoltre, dovrà porre attenzione sui metodi di coinvolgimento dei bambini, per aumentare la loro attenzione e suscitare curiosità in quel che saranno le lezioni dei loro futuri insegnanti.
Nell’ultimo anno della scuola dell’infanzia, per appassionare i bambini, l’educatrici potranno insegnare loro i giorni della settimana, i numeri, i colori, gli animali, e iniziare con l’introduzione dell’alfabeto. Facendo così i bambini inizieranno a capire come ci si dovrà comportare nella scuola primaria.
È fondamentale stimolare i bimbi senza esagerare, senza sforzarli a leggere, ma insegnando loro con il gioco, che la combinazione delle letterine permette di capire il contenuto di un barattolo e gli ingredienti di cui sono composte le loro merendine preferite.
Un buon metodo d’approccio alla scuola primaria è il disegno perché il bambino prova a rappresentare su un foglio quello che lui vede come un ambiente sconosciuto e con professionalità ed intuito, la maestra della scuola materna sarà in grado di ‘leggere’ la storia che c’è in ogni rappresentazione grafica. Basterebbero, dunque, delle conoscenze basilari per aiutare il bambino ed allenare la propria mente.
Il piccolo allievo, sicuramente intimorito da questo passaggio, và gratificato nel senso che è bene ricordargli che sta per iniziare un ‘percorso da grandi‘ dove avrà nuovi impegni e tante responsabilità.
L’imparare a leggere e a scrivere sarà per lui un motivo di soddisfazione e una responsabilità a cui deve assolvere con impegno e passione, se vuole meritarsi gli elogi delle nuove maestre.
Prima delle vacanze estive, tregua che segnerà il passaggio dalla materna alla scuola primaria, gli educatori cominceranno con un insegnamento che riguarda non solo il nuovo mondo scolastico, ma anche la sensibilizzazione di un’ottica multiculturale. Và insegnato il rispetto verso i bambini nati in Italia figli di immigrati o di quelli stranieri e la possibilità di interagire con i nuovi compagni in modo spontaneo ed affettuoso.
Con un insegnamento corretto, il bimbo che intraprende la scuola primaria non dovrebbe provare disagi eccessivi, se non quelli iniziali che scompaiono dopo che il piccolo ha capito che si trova in un ambiente più rigido, ma pur sempre familiare. Illustri psicologi sono pienamente convinti che affrontare la scuola primaria avendo alle spalle un insegnamento corretto, aiuta il bambino a superare più in fretta l’iniziale timore di un mondo scolastico diverso.
Un buon educatore comprende bene che il piccolo è impaurito dal passo che sta per compiere perché, anche se molto piccolo, ha consapevolezza dei disagi e delle difficoltà a cui sta andando incontro. Il suggerimento è quello di ascoltare le problematiche e le insicurezze di ogni singolo allievo con estrema naturalezza, imparando a leggere i messaggi intrinsechi di ogni bimbo che possono manifestarsi in vari modi, magari con ansie immotivate o con una forte iperattività.
L’ascolto è fondamentale, meglio se fatto in gruppo e in un clima cordiale, magari in presenza dei genitori perché, dal punto di vista pratico, sono loro che dovranno sostenere i figli nel passaggio in questa nuova dimensione. Il consiglio è di svolgere delle piccole riunioni a cui parteciperanno anche mamma e papà che potranno raccontare l’esperienza del loro primo giorno di scuola.
Sono i genitori, infatti, che devono seguire il piccolo nell’abbandono dalla fase del gioco al passaggio dell’autonomia e sono sempre loro che dovranno sostenere i figli responsabilizzandoli e crescendoli attraverso le piccole azioni giornaliere per il rispetto degli orari, la cura dello zainetto o la scelta dei materiali da portare in classe.
Il compito delle insegnanti della scuola materna è quello di promuovere l’autostima dei loro piccoli allievi senza dare consigli, ma agendo con piccole strategie che i bimbi ricorderanno nel momento in cui esprimono un disagio. È normale che un bambino affezionato alla sua maestra d’asilo, abbia paura del distacco perché la scuola primaria è un ‘banco di prova’ dove l’allievo ha modo di sperimentare interazioni sociali assai più complesse. L’acquisizione delle nuove norme di comportamento sono processi che devono rispettare i tempi di ogni allievo e, mentre molti alunni faticano a rimanere’dentro le regole’, altri interagiscono immediatamente con gli altri perché ricordano perfettamente le parole della loro maestra della scuola materna.
E allora buona scuola a tutti!