L’inglese per i più piccoli, quando i bambini imparano una seconda lingua

Il cervello dei bambini ha un potenziale infinito: sin dalla più tenera infanzia i piccoli assorbono ogni input come una spugna, reagiscono agli stimoli esterni e imparano a muoversi, parlare, giocare, distinguere e classificare oggetti, organizzare pensieri e concetti.

La capacità di apprendere facilmente e memorizzare è uno dei motivi fondamentali che ha spinto i neuroscienziati e pedagogi moderni a sottolineare l’importanza dell’introduzione della lingua inglese in età precoce. Dai due ai quattro anni tutti i bambini sono dei potenziali poliglotti, dal momento che il loro cervello è in grado di costruire e fissare le strutture di base del linguaggio e di varie lingue, assimilare e riprodurre suoni che porteranno alla trasformazione dell’apparato fonatorio, acquisire lessico e conservarlo grazie alla formazione continua di connessioni neuronali e allo sviluppo del pensiero logico.

Tuttavia, i metodi tradizionali di insegnamento della lingua inglese non sono adeguati per un pubblico così giovane. L’approccio ideale dovrebbe essere incentrato sulla musicalità della lingua. Poiché i bimbi non sanno leggere ma apprendono attraverso l’ascolto o le immagini, bisogna privilegiare le filastrocche, le canzoni, i cartoni animati. In poche parole, s’impara giocando.

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Si può insegnare l’inglese all’asilo, fin dall’asilo nido, attraverso attività di gruppo e giochi di ruolo, in cui l’inglese è vissuto dal bambino come un mezzo, non come il fine. I “giochi” in inglese non devono durare più di mezz’ora al giorno. In tenera età, infatti, non è la durata a procurare i risultati migliori, quanto la costanza.

Se invece sono la mamma e il papà a volersi improvvisare insegnanti, si consiglia innanzitutto di essere umili nel riconoscere il proprio livello di inglese e non spingersi oltre le proprie possibilità, per evitare di trasmettere informazioni sbagliate al piccolo.

Un ulteriore accorgimento consiste nell’evitare un approccio di tipo grammaticale-traduttivo: il bambino non deve abituarsi a tradurre mentalmente, passando prima dall’italiano, ma imparare la lingua per funzioni. Educando la mente all’apprendimento di una lingua straniera già in età precoce, il bambino avrà meno difficoltà nell’affrontare un percorso didattico in lingua inglese così come in qualsiasi altra lingua straniera in età più adulta.

I bimbi non dimenticano ciò che imparano divertendosi, ed è a questo principio che si ispirano i più recenti metodi di insegnamento della lingua inglese, tra cui spicca il corso Hocus&Lotus ideato da un’équipe dell’Università La Sapienza di Roma.

Via libera quindi ai cartoni animati in lingua originale, canzoni, giochi da tavolo e attività di gruppo in inglese. Per divertirsi e prepararsi serenamente al domani in un mondo plurilingue e variopinto.

Per ulteriori informazioni sulle fonti scientifiche si consiglia di consultare:

 

Qui di seguito si possono trovare tante filastrocche semplici e divertenti in lingua inglese:

 

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