L’individualizzazione di azioni in asilo nido è fondamentale per rendere l’attività delle educatrici efficace con ogni bambino. Questa capacità consente di proporre un’azione educativa mirata alle particolarità ed esigenze dei differenti bambini, in modo da favorirne l’apprendimento e l’espressività.
Cos’è l’individualizzazione di azioni
L’espressione individualizzazione di azioni fa riferimento alla messa in atto di interventi educativi specifici per i singoli bambini dell’asilo. Infatti, ogni bambino possiede delle caratteristiche e una personalità differente dagli altri. Non tutte le azioni educative possono risultare efficaci per tutti i piccoli alunni dell’asilo, ma risulta necessario calibrarle, in base alle loro esigenze. Solo attraverso l’individualizzazione di azioni è possibile favorire efficacemente l’interiorizzazione di norme e comportamenti, migliorando l’inserimento sociale e il benessere dei bambini. Tale competenza si rifà al concetto di cura responsiva. Con questa espressione si indica la capacità delle educatrici di prestare attenzione alle esigenze individuali e ai bisogni dei bambini, legati alla loro fase di sviluppo e alle loro esperienze familiari, e di rispondervi in modo adeguato, incentivandone lo sviluppo sano. Dunque le maestre in asilo nido hanno due compiti principali verso i bambini: attenzionare in modo proattivo i messaggi che i piccoli inviano col loro comportamento e imparare a comprenderne i bisogni più profondi. Dunque, tracciando un profilo del bambino, è possibile estrapolare strategie educative mirate, favorendo il raggiungimento degli obiettivi scolastici e migliorando complessivamente lo sviluppo infantile.
Ambiti di applicazione dell’individualizzazione di azioni in asilo
L’individualizzazione di azioni al nido può essere applicata in differenti ambiti, al fine di migliorare la prestazione educativa degli operatori della prima infanzia e il benessere dei piccoli. Ecco i principali:
– Relazioni con i familiari: per quanto concerne le relazioni con i familiari dei bambini, può essere utile esplicitare l’intenzionalità a mettere in atto interventi educativi individualizzati. In questo modo, è possibile raccogliere un buon numero di informazioni sul bambino dalla famiglia e concordare degli obiettivi educativi comuni. Le informazioni possono essere raccolte sia verbalmente, durante il momento di ingresso del bambino a scuola, sia in forma scritta, proponendo delle schede informative ai genitori. Tali strumenti possono essere usati dalle diverse educatrici e in seguito diventare oggetto di confronto educativo, per stabilire una linea educativa unica e individualizzata;
– Programma didattico: si tratta di un documento dove le educatrici esplicitano le attività che metteranno in atto durante l’anno scolastico. Al suo interno vanno inserite attività calibrate ai bisogni educativi dei bambini, scegliendo strategie adeguate alle loro peculiarità. In questo caso, dunque, l’individualizzazione di azione si esprime nella scelta delle modalità con cui raggiungere gli scopi prefissati, modellandole sulle specificità dei bambini;
– Interazioni tra educatrici e bambini: la comunicazione tra adulti e bambini deve avvenire in modo responsivo. Il comportamento dell’educatrice deve rappresentare un esempio educativo per il bambino. D’altro canto, la maestra deve essere in grado di relazionarsi con l’alunno in modo adeguato, mostrando un ascolto attivo ed evitando di far emergere pregiudizi e stereotipi morali. L’interazione deve basarsi su dinamiche di reciprocità e fiducia, fondamentali per garantire l’efficacia dell’intervento educativo individualizzato;
– Fase di sviluppo attuale: le educatrici devono sempre tener conto della fase di sviluppo in cui si trovano attualmente i singoli bambini e adeguare i loro interventi alle esigenze delle loro età. Il comportamento dei piccoli va decifrato e compreso in tale ottica. L’esplicitazione degli interventi educativi deve essere commisurata alle attuali abilità degli alunni e mirata all’acquisizione di nuove competenze.