Bambini e tecnologia
I bambini dell’epoca attuale si trovano in una realtà multimediale che quasi ‘li costringe’ ad usare i mezzi tecnologici. È un dato di fatto che smartphone, tablet e cellulari siano diventati i loro amici preferiti e anche bambini piccolissimi riescono ad usare con estrema disinvoltura questi mezzi tecnologici. I genitori sono giustamente preoccupati, poiché non comprendono bene a che età bisogna far avvicinare i bambini al computer e se questa familiarizzazione sia un bene o meno. Ma è davvero giusto che i bambini della scuola dell’infanzia e quella primaria abbiano un approccio così precoce con i mezzi tecnologici anche in classe?
I pareri sono discordanti e mentre alcuni sostengono che sia un bene che i più piccoli interagiscano con questi strumenti, altri asseriscono che l’attenzione di educatori e gestori di asili e scuola primaria, debbano insegnare ai più piccoli a non usare a sproposito le nuove tecnologie, al fine di non isolarsi dal mondo quotidiano per vivere una realtà virtuale. I migliori professionisti della scienza dell’educazione e della formazione hanno un’idea precisa in merito a questa tematica.
Questi bimbi vengono definiti da Mark Prensky, scrittore, consulente e innovatore nel campo dell’educazione e dell’apprendimento, dei ‘nativi digitali’ perché presentano alcune difficoltà in cose elementari, ma sono in grado di usare cellulari e tablet con incredibile naturalezza. In effetti, quasi tutti i bambini contemporanei hanno una specie di sesto senso verso ogni tipo di tecnologia ma, secondo Giuseppe Riva, docente di psicologia dei nuovi media, ci sono numerosi vantaggi, ma anche molti rischi.
Riva sostiene che la tecnologia è entrata a far parte della nostra realtà quotidiana e e contribuisce altamente al nostro benessere personale. Il docente sostiene anche che è necessario focalizzare l’attenzione sull’uso improprio dei piccoli alunni, che potrebbero esporsi a contesti violenti non idonei alla loro età, con una conseguente compromissione alla loro vita adulta.
Ma allora qual’è l’impatto sulla psiche dei bambini in età scolare?
Innanzitutto, c’è bisogno di un’importante premessa che riguarda le nuove tecnologie sempre più veloci e in massima evoluzione. In pratica, tre o quattro anni fa i piccoli si cimentavano con il computer dei genitori e avevano bisogno di alcune nozioni elementari prima di iniziare ad interagire con il mondo virtuale. Oggi le cose sono cambiate esponenzialmente e i bimbi usano l’Iphone ed i tablet con una certa dimestichezza, grazie anche all’avvento del touch screen che ha trasformato il rapporto con questi mezzi tecnologici e lo ha reso più avvicinabile. La conseguenza è che anche l’impatto sulla psiche e sul cervello dei più piccini è mutato. Il touch, al contrario del computer che necessita di alcune cognizioni tecniche e linguistiche, rende i piccoli consci di avere a portata di mano un elemento assai fruibile che rispetta i loro tempi ed i loro interessi. La televisione con i classici cartoni animati che un tempo ammaliava i ragazzini, è stata sostituita da esperienze più intuitive e personalizzate.
Come devono comportarsi gli educatori in questo campo così delicato?
Bisogna dire che se da una parte l’uso del tablet o dell’Iphone migliora il coordinamento dei movimenti, dall’altra riduce la possibilità di concentrazione dell’alunno che si abitua facilmente al ‘tutto e subito’. Gli educatori, con la complicità dei genitori, devono usare strategie significative aiutando i piccoli a capire che questi mezzi sono utili per i fini educativi come imparare a leggere o a contare in maniera divertente, ma nel contempo, occorre educare gli scolari ad un uso ponderato, al fine di non perdere di vista altre priorità quotidiane come il gioco all’aria aperta, una passeggiata con la propria famiglia o lo studio. Il bambino non si deve isolare e l’uso di questi strumenti và limitato nel giusto modo perché, se da una parte le tecnologie aiutano il coordinamento spaziale e motorio, dall’altra potrebbero indurre ad estraniarsi dalla realtà quotidiana. Tuttavia, non bisogna demonizzare gli strumenti moderni che, se usati correttamente, aiutano gli insegnanti sempre aggiornati, a realizzare progetti propedeutici accrescendo la consapevolezza nei bambini, di un uso lavorativo e per diletto, assolutamente non nocivo. Le maestre della scuola d’infanzia possono illustrare i benefici dei mezzi tecnologici, mettendo in guardia sui pericoli di un utilizzo improprio.
Gli alunni si responsabilizzano e comprendono che bisogna adottare le giuste misure sempre nel pieno rispetto di un contesto educativo-didattico adeguato alle necessità dei più piccoli.
Con queste metodiche gli educatori riescono a favorire il passaggio di un pensiero che porta alla riflessione e all’analisi creativa con un gioco-lavoro che apporta emozione, ma fa anche riflettere criticamente sull’uso. Gli educatori potrebbero organizzare dei progetti coinvolgendo i bimbi in età scolare attraverso vari canali ricettivi. Si tratta di processi validi per attivare l’attenzione, la concentrazione e la memoria, imparando attraverso il divertimento.