Si avvicina il periodo critico di ogni inverno, non solo per i bimbi ma anche per genitori, educatori e maestri: arriva l’influenza con i suoi picchi influenzali. I luoghi ad alta densità di presenza di bambini, si sa, sono un vero e proprio ricettacolo di virus, germi e batteri e le abitudini dei più piccoli estremamente a rischio per il contagio di tutta la classe. Come fare a prevenire più possibile questa eventualità e salvaguardare al massimo la salute dei piccoli e dei loro educatori?
Con sintomi evidenti meglio a casa
Il primo, più ovvio consiglio, è quello di evitare di portare il bimbo all’asilo se mostra evidenti sintomi di influenza in arrivo. Ricordiamoci che questi virus, subdoli e molto contagiosi, non si trasmettono solo a malattia conclamata ma, avendo qualche giorno di incubazione, iniziano a diffondersi già in quella fase. È vero che la vita frenetica a cui siamo sottoposti tutti rende estremamente disagevole far perdere giorni di asilo ai propri figli, ma qualche giorno di sacrificio organizzativo può fare la differenza: sia sull’evoluzione dell’influenza del piccolo ammalato sia sulla prevenzione verso gli altri. I sintomi che, indubbiamente, fanno prevedere l’esordio della sindrome influenzale imminente, nei bambini, sono: nasino che inizia a gocciolare, qualche starnuto, tosse soprattutto al mattino o al risveglio, dopo aver tenuto la posizione sdraiata a lungo, inappetenza, svogliatezza, poca vivacità, occhi opachi e cerchiati e qualche lieve disturbo intestinale. Se il proprio bimbo presenta molti o tutti questi fastidi è caldamente consigliabile non portarlo all’asilo nido o alla scuola dell’infanzia fino a completa guarigione.
Arieggiare gli ambienti
Ricordiamoci sempre che virus e batteri proliferano e vivono al caldo. La convinzione ed il primo istinto di tutti, quando si intende preservare qualcuno dai malanni, è quella di invitarli in ambienti tiepidi e riparati. Questo è un atteggiamento parzialmente corretto. Se è vero che esporre i bambini all’aria fredda, agli spifferi o agli sbalzi di temperatura può risultare molto pericoloso per la loro salute, altrettanto è vero che l’eccesso opposto può contribuire a farli ammalare. L’aria viziata, i riscaldamenti troppo alti ed una temperatura eccessiva contribuiscono a vivacizzare il ciclo vitale di virus e batteri, rendendoli più aggressivi e più prolifici. È molto importante, quindi, cambiare l’aria in classe tutte le volte che si può, spalancando le finestre. I momenti migliori sono la mattina presto, prima che i piccoli ospiti arrivino e nel pomeriggio dopo che se ne sono andati. Se possibile, durante la giornata, se capita che i bimbi sono altrove, magari per la ricreazione, la refezione o in palestra, approfittarne per aprire le finestre ed arieggiare. C’è da tenere anche presente che la temperatura raccomandata da tutti i pediatri, per gli ambienti in cui alloggiano bambini piccoli, non dovrebbe mai superare la soglia dei 20-21°. È meglio un maglioncino più pesante rispetto ad un clima poco salubre.
Educare alle buone abitudini
I bimbi, con i loro modi spontanei, si mettono più a rischio degli adulti riguardo la possibilità di contagio dell’influenza. Portano gli oggetti alla bocca, si scambiano bicchieri e posate, tendono a mettere spesso le mani in bocca, anche quando non sono propriamente pulite. Si può prendere spunto dalla necessità di non far dilagare l’influenza per mettere a punto una serie di giochi didattici, atti ad insegnare le norme igieniche. Spiegare, magari inventando una storiella breve e simpatica, che sugli oggetti camminano degli invisibili organismi che, se messi in bocca, fanno venire la febbre. Una cosa simpatica, che crea anche interazione e divertimento, è organizzare, durante la giornata, alcuni “lavaggio mani time” e permettere ai bambini, sottoforma di gioco, di andare in bagno a piccoli gruppi per lavare le manine. Tenere le mani pulite, infatti, è un altro punto fondamentale per contenere le epidemie influenzali, dato che si è stimato che quasi il 90% dei contagi avviene proprio tramite le mani precedentemente entrate in contatto con saliva, fluidi nasali o lacrime. Insegnare anche ai bimbi ad utilizzare sempre fazzoletti usa e getta ed a buttarli via subito dopo l’uso: l’abitudine di mettere il fazzolettino di carta usato in tasca, e riutilizzarlo, è una fonte micidiale di contagio. Infatti, manipolando il fazzoletto sporco, si fanno entrare le mani in contatto con i batteri e, riutilizzandolo avvicinandolo a naso e bocca fa in modo che i batteri espulsi possano rientrare direttamente nel sistema respiratorio.
Tenere un disinfettante per mani in classe
Se le mamme sono d’accordo e la direzione lo permette è possibile acquistare, tramite una colletta, un dispenser da tenere in classe, pieno di disinfettante per le mani. In commercio ne esistono di specifici per bambini, ma va benissimo anche il semplice gel Amuchina, che tutti conosciamo molto bene ed utilizziamo in quantità. Una volta al giorno si può organizzare il rito della pulizia speciale delle manine. Se ben gestito, per i bambini diventa anche un momento ludico divertente, in cui fanno la fila per ricevere il loro disinfettante con cui strofinare le manine e proteggersi dai famosi virus che fanno venire la febbre. La disinfezione profonda delle mani, per i motivi già elencati, è molto importante per limitare i rischi di contagio. Molto consigliata, più volte al giorno, anche alle educatrici ed alle maestre.