Il gruppo Whatsapp delle mamme: giusto o sbagliato?

Nell’ultimo periodo sono sempre di più le polemiche sorte in merito ai gruppi Whatsapp creati dalle mamme. Ma cosa c’è dietro l’esigenza da parte delle mamme della creazione di questi gruppi?

La necessità di scambiarsi informazioni di servizio o dietro c’è dell’altro?

Andiamo per ordine.

Alcuni presidi hanno vietato questi gruppi, altri educatori li hanno definiti “una follia” ed addirittura “deleteri”.

A nostro parere non è lo strumento ad essere sbagliato, ma forse l’uso che se ne fa.

Molto probabilmente il tutto nasce dall’idea di creare un contatto con le altre mamme della classe, per comunicare tra di loro, sia per frivolezze che anche per argomenti un po’ più di spessore.

Il punto è capire come e quando questo strumento cominci a distorcersi ed a prendere una valenza negativa.

L’aspetto negativo di questi gruppi, a nostro parere, sta nella capacità di questo strumento di fomentare i genitori gli uni con gli altri, soprattutto non essendoci la controparte nel gruppo che sia in grado di contrapporsi e mettere un freno alle cose dette.

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Bisognerebbe domandarsi se dall’altra parte, quella della scuola/educatori, ci sia una disponibilità all’ascolto delle esigenze dei genitori oppure un atteggiamento di chiusura completa e un non volersi confrontare.

Ricordiamoci che le richieste dei genitori, per quanto bizzarre possano risultare, nascono sempre da necessità ed esigenze ben precise: nello specifico “avere cura” dei propri figli, a qualsiasi età partendo dall’asilo nido fino ad arrivare all’età adulta ed oltre.

I genitori sbagliano a pensare che debbano per forza aver ragione loro in quanto “tutori” e “curatori” del benessere dei propri figli, ma il non ascoltare le loro voci non è di sicuro l’atteggiamento giusto e sicuramente è il meno produttivo.

Allora che fare?

Ascoltare potrebbe essere una soluzione.

Ascoltare non vuol dire accettare incondizionatamente quello che dicono i genitori, vuol dire solo prendere in considerazione e dimostrare che davanti a loro non c’è un muro, ma la voglia di venirsi incontro.Sarà poi compito vostro (e qui dovrete tirare fuori lo psicologo che è in voi) capire esattamente cosa ci sia dietro una richiesta, se solo la voglia di chiacchierare e lamentarsi, oppure un fondamento di verità.

A questo punto non ci resta che augurarvi …buona fortuna!

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