Come aiutare i bambini a vivere e gestire le emozioni
L’affronto e l’elaborazione delle frustrazioni in un bambino è di estrema importanza per la sua crescita. Talvolta i bambini hanno bisogno di una guida in grado di aiutarli comportarsi bene, non solo per fare bella figura in pubblico, ma soprattutto per farli diventare più consapevoli di loro stessi ed aiutarli a gestire le emozioni.
Qualsiasi tipo di emozione è necessaria
Anche le situazioni negative sono necessarie per far crescere i bambini: quando sono molto piccoli si insegna loro a controllarsi, allontanando tutte le emozioni e gli atteggiamenti poco positivi, come il piangere e l’arrabbiarsi. Fatidica è la frase ”I bambini grandi non piangono”, ma non c’è cosa più sbagliata che ancorarsi a questa affermazione. La spontaneità del gesto negativo infantile non va mai repressa, altrimenti il bambino sarà indotto a provare disagio e a sentirsi non autorizzato a comportarsi in quel modo, sviluppando, con la crescita, un possibile trauma che diviene poi ostacolo difficile da superare. Le emozioni negative come la rabbia, la gelosia e la tristezza vanno vissute spontaneamente e con serenità così come si esprimono, poiché tutti i sentimenti sono forma di espressione.
Atteggiamenti da evitare da parte dei genitori
Per evitare però che il proprio figlio abbia degli atteggiamenti non consoni al contesto o reazioni conseguenti a situazioni problematiche in famiglia, è bene che anche gli adulti si comportino adeguatamente in presenza dei figli. Lasciare il fanciullo in solitudine a giocare per tempi prolungati e non necessari potrebbe sviluppare nel bimbo un senso di abbandono, facendolo sentire poco importante. Successivamente, con la crescità, egli avrà sempre bisogno di conferme da parte degli altri.
L’accettazione dei continui silenzi del bambino è un altro atteggiamento da evitare da parte degli adulti: il non parlare può sembrare positivo, educato e tranquillo, ma talvolta il fanciullo può non riuscire ad esprimere sè stesso o quello che prova. In questo caso è bene che impari a confidarsi e ad avere fiducia nelle persone più vicine a lui, a partire dai genitori e dalle maestre della scuola materna o dell’asilo nido.
Inoltre, considerare e convincere il bambino a essere troppo timido, potrebbe indurlo ad un forte senso di frustrazione e di incapacità nell’affrontare qualsiasi attività.
Educazione all’emozione: istruzioni per l’uso
L’aiuto a sviluppare l’immaginazione del bambino può indurlo a comprendere meglio e gestire le emozioni: la tecnica consiste nel visualizzare in modo guidato un oggetto o dei contesti, per garantire al piccolo una corretta amministrazione dei momenti di difficoltà. Un esempio è focalizzare l’attenzione su un problema e successivamente immaginare che l’emozione sia come un vagone di un treno, o più vagoni, trainati una locomotiva. Questa poi si fermerà ogni volta che dovrà salire un passeggero, ossia un pensiero negativo. Dopo che tutti sono saliti a bordo, il treno partirà di nuovo per andarsene lontano, portando con sè lontane tutte le emozioni negative dalla mente del bambino.
Un altro esempio è portare il bimbo a pensare ad una bilancia, in cui su un piatto viene depositata l’energia negativa e sull’altro quella positiva sentita dal bambino in quel momento: egli dovrà successivamente razionalizzare entrambe le emozioni e dare il giusto peso ai due piatti.
Altri metodi sono: consigliare al bambino di scrivere un proprio diario delle emozioni, descrivendo tutti i sentimenti sentiti, giorno per giorno, far disegnare le emozioni con dei pastelli colorati e scegliendo della musica in sottofondo oppure narrare le emozioni, inventando delle storie, dando un nome, dei colori e delle caratteristiche ai sentimenti, come se fossero dei veri e propri personaggi in un racconto, sviluppanjdo anche la sua fantasia.
Gestire le emozioni non è cosa da poco. Ci sono delle emozioni particolarmente intense che devono essere gestite con metodi specifici e utili: uno è la rassicurazione durante il pianto per un capriccio. Il bambino deve sentirsi tutelato di fronte alle difficoltà e a quello che non è in grado di fare, quindi va tranquillizzato con i giusti modi, parlando con lui. Bisogna inoltre evitare di dargli etichette inutili o punirlo senza una ragione, tenendo in considerazione che sono sempre bambini in via di sviluppo e non piccoli adulti.
La reazione più difficile da gestire: la rabbia
La rabbia è una emozione tipica dei bambini: dietro questa reazione aggressiva c’è sempre il desiderio di essere ascoltati e presi in considerazione, quindi i genitori e le maestre non devono assolutamente sminuire questi momenti, ma trasformarli in qualche cosa d’altro. Ci sono dei consigli di base per saper amministrare queste difficoltà. Insegnare al proprio bimbo che la rabbia non deve essere distruttiva, ma un segnale di comunicazione del fanciullo, è un modo per calmarlo e ascoltarlo. Il mantenimento della calma è sempre oppurtuno in questi casi, poiché i bambini imitano tutto quello che fanno gli adulti e se i genitori, le insegnanti e gli educatori hanno a loro volta delle reazioni aggressive, i bambini assorbiranno questi atteggiamenti. L’espressione della rabbia è da essere umani, i quali sbagliano. In questo caso è opportuno far riconoscere questo comportamento al bambino, per poi farlo recuperare in seguito.