Una delle più rare e fastidiose patologie che colpiscono già durante l’infanzia è la sindrome di Tourette. Nonostante i suoi sintomi siano abbastanza evidenti e sotto l’occhio di tutti, a volte si presenta la difficoltà di riconoscere il problema, soprattutto a causa della scarsa conoscenza delle sue caratteristiche. La malattia è piuttosto recente e non tutti gli educatori sono informati adeguatamente sulle sue manifestazioni. Ecco perché è opportuno leggere questa miniguida, in modo da avere un quadro completo e non avere difficoltà a riconoscerla nei bambini dell’asilo.
Cos’è la sindrome di Tourette
La sindrome di Tourette è un disturbo che ha origine all’interno del cervello e provoca la manifestazione dei cosiddetti tic, ovvero dei movimenti sempre uguali e continui che il soggetto continua a fare involontariamente. La natura della sindrome può essere semplice o complessa, motoria o relativa alle corde vocali. A seconda delle sue origini scaturisce dei comportamenti nel bambino che possono assumere anche una certa gravità, perché gli causano spiacevoli situazioni o addirittura la possibilità di farsi male da solo. La malattia è stata scoperta soltanto nel 1998 e quindi la ricerca non ha ancora avuto il tempo di capirne tutte le caratteristiche e trovare le relative cure. Nonostante l’origine piuttosto giovane del disturbo in alcuni casi è possibile riuscire a recuperare del tutto ed eliminare ogni eventuale tic. Per questa ragione bisogna essere capaci di individuare i sintomi prima possibile e permettere alla famiglia di intervenire con l’ausilio di specialisti per cercare di risolvere o attenuare la problematica.
Come riconoscere i sintomi della sindrome di Tourette
Le insegnanti della scuola dell’infanzia sono le più indicate per riconoscere i sintomi della sindrome di Tourette, perché alcune manifestazioni avvengono già a partire dai 3 anni. I tic si classificano secondo diverse tipologie, ma in linea di massima si tratta di movimenti involontari come schiarirsi la gola o sbattere le palpebre costantemente. I tic o manie, come a volte sono definiti da chi non conosce la problematica e tende a screditarla, si manifestano continuamente e quindi sono di facile riconoscimento. Non tutti però conoscono l’esistenza della patologia e quindi riescono ad associarli alla sindrome di Tourette. Esistono dei tic che possono essere lesivi per il bambino, come quello di darsi pugni in faccia o lesivi per la sua autostima, come dire parolacce. Quando queste casistiche si presentano in modo costante e ripetitivo è il caso di indagare di più sulla sua natura e cercare le cause, insieme alla famiglia.
Tipologie di tic
Per avere un aiuto nell’identificazione della sindrome di Tourette è bene conoscere le tipologie di tic esistenti. I tic sono motori e vocali. I tic legati al movimento riguardano tutto il corpo. Alcuni di questi possono essere: muovere di scatto un arto, come un braccio o una gamba oppure ammiccare con gli occhi. I tic legati alle corde vocali riguardano ciò che si può fare con la gola e con la voce. Tra questi ricordiamo: schiarirsi la gola, dire sempre una parola o urlare all’improvviso. A seconda della complessità con cui si manifestano possono essere più brevi o più duraturi e possono interessare uno o più gruppi muscolari. A volte il bambino o l’adulto che gli è vicino riconosce l’avvicinarsi del problema perché si notano dei segnali cosiddetti premonitori, ma ciò non vuol dire che si riesca a fermare la manifestazione del tic.
Come deve comportarsi un insegnante
L’insegnante ha il dovere di osservare i suoi alunni per scorgere eventuali patologie dell’età evolutiva e avvisare per tempo i familiari. Insieme, poi, possono adottare le strategie giuste per aiutare il bambino a migliorare la situazione e attenuare i suoi tic. In classe è bene non creare situazioni che possano generare ansia e frustrazione, perché sono dinamiche che aumentano la manifestazione dei tic. Anche la troppa concentrazione può essere controproducente, quindi alternare momenti di gioco a momenti di lavoro e creare un clima sereno dove il bambino si sente sempre a suo agio e mai diverso dagli altri.